Protetto: MARESCIALLO ANTONIO CAUTILLO : IL CORAGGIO DI DENUNCIARE-2016-Alamari e corna

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Come combattere il Gang Stalking

 

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Dal punto di vista delle agenzie di intelligence e le aziende che usano organizzare stalking come arma illegale segreta per la sovversione, il perfetto funzionamento è quello in cui l’obiettivo diventa progressivamente isolato, impoverito, emotivamente degradato, e alla fine si suicida.

Il tallone d’Achille delle bande di stalking è l’esposizione. Condurre una guerra allo stalking organizzato deve avere due fronti: dobbiamo agire a livello locale per esporre le molestie ai vicini e agli altri, e dobbiamo esporre ciò che sta accadendo a livello nazionale. Entrambi gli obiettivi sono critici. Per quanto possibile, si dovrebbero impiegare tattiche che sono imprevedibili, creative, economiche, semplici e audaci. Abbiamo bisogno di cambiare tutto il gioco e agire sui nostri termini. Dare ai criminali e loro gestori alcune ragioni per essere a disagio. Il modo per gettare una chiave nella macchina della Stasi è quello di esporre i suoi crimini al pubblico, e questo a volte richiede un passo al di fuori della nostra zona di comfort.

Molte cose sono degne di nota riguardo l’esempio di Martin Luther King, Jr. Anche se è stato il bersaglio di molestie vili e illegali da un’agenzia di applicazione della legge canaglia, non ha mai chinato ai loro sforzi di intimidazione. Si noti inoltre che king è ora onorato da una festa nazionale, mentre il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover è per lo più vituperato. (Leggere: “Lettera dalla prigione di Birmingham” da Martin Luther King, Jr. E “Disobbedienza civile” di Thoreau).

Uno dei motivi che la maggior parte delle tattiche qui elencate non comportano molti rischi per l’individuo mirato è quello che i criminali di stalking devono preoccuparsi del fenomeno Streisand. L’ “Effetto Streisand” è quando uno sforzo per sopprimere informazioni provoca inevitabilmente un aumento di attenzione sulle stesse informazioni. Questi criminali (compresi i membri corrotti delle forze dell’ordine locali) non vogliono attirare l’attenzione sui loro crimini facendo battaglia con voi in modo pubblico, quindi devono essere molto riservati nei loro sforzi per sopprimere l’esposizione di ciò che sta succedendo. Si dovrebbe sfruttare questo.

Se ci si può permettere di acquistare attrezzature di sicurezza e contro-sorveglianza (telecamere, sistemi di allarme, serrature, cassette di sicurezza, armi da fuoco, rilevatori di bug, disturbatori di segnale, etc.), si dovrebbe procedere così. Essere il più discreto possibile circa l’acquisizione e l’attuazione di tali misure in modo da non renderle più facili da sconfiggere per i vostri stalker. Se possibile, contattare amici o parenti per le modalità di acquisto, dal momento che sono con probabilità sotto una minore costante sorveglianza.

L’utilizzo di misure tecniche di sicurezza per combattere lo stalking organizzato ha però due limiti importanti. Uno è il costo. Gli individui più sotto mira mancano spesso delle attività finanziarie per utilizzare molte tecnologie di sicurezza; le persone con notevoli risorse e connessioni sono probabilmente scelte meno spesso dalle bande come obiettivi, in quanto possono più facilmente reagire. L’altro problema è che si diventa essenzialmente impegnati in una sorta di “corsa agli armamenti” con persone che hanno una conoscenza più approfondita di tali questioni, così come tasche più profonde.

Uno degli obiettivi delle Gang stalking è quello di isolare il singolo bersaglio, creando l’impressione che tutta la società è contro di lui o di lei. Non fare l’errore di credere a questa falsa impressione. Anche se il numero di persone che partecipano allo stalking deve essere grande, sono ancora una piccola minoranza rispetto alla popolazione generale. La stragrande maggioranza degli americani non vuole che la nostra società diventi uno stato di polizia raccapricciante pieno di spie, come è avvenuto nella nazione comunista della Germania Est.

Unire le forze con le altre vittime concentrandosi su poche piattaforme online per condividere informazioni ed esporre. Spesso siti web marginalmente utili a cui rivolgersi per informazioni, si mescolano tra i risultati di ricerca con numerosi siti web di disinformazione creati dai tirapiedi del governo. Per ogni sito web legittimo anti-gang-stalking, ci sono una dozzina che sono per lo più o completamente riempiti di spazzatura. Ogni vittima che ha cercato informazioni on-line sa che questo è vero. Come si visitano per la prima volta i siti web che appaiono nelle ricerche, una possibile fonte di informazioni utili a ben guardare è solo un sacco di collegamenti vaghi mescolati a storie di UFO abduction o altro.

Di conseguenza, chiunque (che non è una vittima di gang stalking, ad esempio un giornalista) nel ricercare on-line sarà per lo più portato a leggere quello che sembra essere la prova che le bande di stalking sono il prodotto dell’immaginazione degli individui paranoici e mentalmente deviati.

Ogni vittima invece di creare un sito web che tenta di spiegare da zero cosa sia il Gang Stalking dovrebbe prendere in considerazione la creazione di un sito web, pagina di Facebook o blog, che descrivi le sue esperienze con lo stalking, ma anche un collegamento ben visibile a questo sito più approfondito.

Per quanto possibile, si dovrebbero fare commenti circa il gang stalking sotto articoli dei maggiori siti di informazione, in modo da essere visti anche da non vittime della banda di stalking. Questo è fondamentale.

Un modo molto semplice per inserire tali informazioni è quello di copiare semplicemente le informazioni da questo sito – se si riferisce ad un articolo o di un forum di discussione su problematiche sociali.

Il modo migliore per connettersi con altre vittime è online – anche se è necessario stare attenti ai criminali che si presentano come individui mirati da stalking (vedi la pagina “FFCHS” di questo sito per i dettagli). In generale, sospettare di chiunque sia riluttante a criticare pubblicamente la partecipazione allo stalking da parte delle forze dell’ordine.

La cosa migliore sarebbe che le vittime creassero un gruppo di sostegno per fare pressioni per l’esposizione e l’eliminazione del gang stalking con petizioni e manifestazioni pubbliche.

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Nel settore dello spionaggio, una “corsa pulita” è un processo mediante il quale un individuo che è l’obiettivo della sorveglianza, sfugge alla sorveglianza – almeno temporaneamente – viaggiando su un percorso imprevedibile per un periodo di diverse ore, utilizzando una serie di diversi mezzi di trasporto e sfruttando una varietà di ambienti (aree deserte, parcheggi interrati con più entrate e uscite, ecc). Ovviamente, una tale corsa richiederebbe anche l’abbandono di alcune cose che possono essere seguite da un monitoraggio GPS, come ad esempio un veicolo personale. Se si sta portando un telefono cellulare, è necessario rimuovere la batteria. Questo è l’unico modo per assicurarsi che non venga monitorato. (Semplicemente spegnendo l’alimentazione non basta.) Per gli individui più mirati, percorsi di pulizia sono per lo più praticabili per brevi tempi e riuscire a stare fuori del radar. Una soluzione a lungo termine richiederebbe la capacità di vivere da qualche parte in forma anonima – una sfida molto più grande – specialmente in un’epoca di registri elettronici, telecamere di sorveglianza e così via.

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Qui ci sono alcuni siti web che vi danno un’idea di base di quello che occorre:

http://nymarketing.wordpress.com/2011/05/16/counter-surveillance-the-cleaning-run-and-evading-capture/

http://www.spytrainer.com/Articles/Art_Cleaning.htm

Pertanto non si dovrebbe mai pensare che le comunicazioni elettroniche non sono compromesse. Se si ha bisogno di informazioni completamente sicure, è necessario contare su via non elettronica – comunicazione faccia-a-faccia in luoghi imprevedibili, note scritte a mano (o su macchina da scrivere) per registrare informazioni, etc. Il trattamento dei dati personali per le conversazioni interne può essere notevolmente migliorato utilizzando l’effetto del “rumore bianco”. Un modo per farlo è quello di stare vicino a un lavandino, avviare l’acqua, e parlare a bassa voce. Può essere quasi impossibile rilevare conversazioni in questa situazione.

A volte le banda cercano di mettere un’ esca agli obiettivi aspettando una reazione in modo che possano documentare e utilizzare contro di loro (un classico trucco FBI). Non dare loro nulla su cui lavorare. Quando dicono o fanno qualcosa di offensivo, si dovrebbe rispondere in base al seguente piano. Posizionare il cellulare all’orecchio – come se si sta avendo una conversazione telefonica. Se non si dispone di un telefono cellulare a portata di mano, basta il palmo della mano all’orecchio, come se si fosse in possesso di un piccolo telefono cellulare – non c’è bisogno di essere convincente. Poi guardare al colpevole e sorridendo dire – a voce molto alta – qualcosa di grezzo e offensivo. Qualcosa sulla falsariga di “Hanno mandato un altro coglione!” Sarebbe opportuno. Se si riesce a pensare a qualcosa di peggio, è ancora meglio. Basta astenersi da minacce – dal momento che potrebbe portare guai legali. Spingere a far questo, per quanto ci piace. I criminali sono tenuti su un guinzaglio corto, per così dire, dai loro gestori. Sanno che se rispondono fisicamente, riceveranno grossi guai con l’agente che dice loro cosa fare. So questo perché ho testato sul campo la teoria. 

Sulla base della mia esperienza personale e di altre vittime, i criminali non amano essere fotografati quando sono appostati per voi. Alcuni saranno più disturbati di altri, ma nessuno di loro vorrà che tu lo faccia. Con la varietà di fotocamere digitali disponibili (telefoni cellulari, telecamere spia, ecc), è possibile scattare foto e video sia apertamente o nascosti. Entrambi hanno vantaggi. Se si sta cercando di infastidire il colpevole, prendendo la loro foto in modo evidente, potrebbe essere un buon metodo. D’altra parte, se si sta cercando di documentare le loro azioni, un approccio spy-videocamera nascosta potrebbe essere migliore.

Una nota sui vostri diritti legali per scattare foto e video: se vi trovate in un spazio pubblico, avete il diritto di fotografare qualcuno (o qualcosa) in bella vista. Quando si è in proprietà privata, il proprietario può stabilire norme circa lo scattare la foto.

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Ogni volta che vedete qualcuno che potrebbe forse essere un membro della banda locale, lui o lei si dovrebbe salutare con un grande sorriso. Ogni volta. Stare a destra all’ idiota e sorriso.

Visita i siti dei vostri uffici locali in città e fare una lista di ogni indirizzo e-mail è possibile trovare – dal personale ai funzionari, sindaco ecc.

La distribuzione di volantini è probabilmente la tattica più potente per la lotta contro il gang stalking in America. Volantini in forma anonima sulle passerelle o porte delle abitazioni – è un modo legale, semplice, e poco costoso ma molto efficace per esporre il reato di stalking organizzato. Questi criminali non hanno un buon modo per sopprimere questa particolare via di comunicazione. Inoltre, questa tattica aggira il problema di codardia e pigrizia dei media perché espone le informazioni direttamente al pubblico.

Potrai realizzare molteplici obiettivi attraverso la distribuzione di volantini: (a) i tuoi vicini avranno qualche indizio su ciò che sta accadendo – che potrebbe costringere i responsabili a livello locale di limitare le loro molestie, (b) la polizia locale sarà costretta a lottare con alcune domande scomode da parte dei cittadini su quanto sta accadendo, (c) i (non vili) membri dei mezzi di informazione potrebbero indagare e riferire su di esso, e (d) tale segnalazione potrebbe creare pressione per i membri del Congresso a riconoscere la realtà dello stalking organizzato – e forse avviare un’indagine – come è stato fatto dal Comitato Chiesa del Senato degli Stati Uniti nel corso del 1970 per quanto riguarda le operazioni di COINTELPRO del FBI e della CIA progetto MK Ultra.

Vi suggerisco di andare in un negozio di tipografia o in ufficio e stampare i volantini in gran numero ad un basso costo. Meglio di sprecare soldi per l’inchiostro della stampante del vostro personal computer. Acquista la migliore qualità della carta che si può permettere. I documenti saranno presi più sul serio se sono stampate sulla qualità magazzino.

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Non fare il gioco degli stalker; giocare secondo le proprie regole. Loro credono che non sarà chiamata la polizia, così invece si dovrebbe chiamare. Il fatto stesso che lo stalking organizzato quasi sempre coinvolge molestie le cui prove oggettivamente visibili sono appena al di sotto della soglia normalmente di crimini denunciabili dimostra che gli stalkers non vogliono avere rapporti con la polizia. Naturalmente, il chiamare la polizia non si tradurrà in nessun arresto e condanna per furto con scasso residenziali, ma costringerà il dipartimento di polizia a rispondere alla tua chiamata (che sarà registrata) e inviare ufficiali a prendere una relazione (che sarà documentata ). La loro visita probabilmente attirerà l’attenzione dei vostri vicini. Quando gli agenti arrivano, chiedere loro che cosa sanno del gang stalking; essi saranno costretti a mentire e fingere di ignorare l’argomento. La discussione potrebbe almeno essere imbarazzante per gli ufficiali – soprattutto se non sono moralmente corrotti. Idealmente, si dovrebbe registrare la loro visita con audio e / o video. Si dovrebbe anche insistere sulle vostre preoccupazioni circa lo stalking organizzato da includere nel rapporto. Niente di tutto questo farà piacere al dipartimento di polizia locale – indipendentemente dal loro livello di coinvolgimento o la loro consapevolezza sull’ attività dello stalking organizzato. A causa di ciò, i tuoi stalker potrebbero considerare problematico ripetere la loro bravata.

Il primo asse della strategia di minare lo stalking organizzato è quello di esporre i crimini a livello locale; il secondo polo è quello di esporre ciò che sta accadendo a livello nazionale.

Dovete essere consapevoli del fatto che queste tattiche di sensibilizzazione possono avere un effetto potente, anche se non generano risposte immediate. Il fatto che una particolare lettera, e-mail, telefonata o il commento on-line non produce necessariamente una reazione visibile diretta non dovrebbe scoraggiare. L’impatto è cumulativo. La consapevolezza e la discussione sullo stalking si diffonderà un po’ ogni volta che si utilizza una di queste tattiche. Alla fine, l’industria dello stalking subirà per lo più un collasso da esposizione.

Se si hanno le capacità di scrittura e il tempo libero, comporre una lettera che possa essere presa sul serio, persuasiva e che chieda un’indagine sul reato di stalking organizzato.

Si dovrebbe usare il termine “banda appostamenti” con parsimonia. La maggior parte delle persone non hanno familiarità con il termine e sono anche suscettibili di assumere erroneamente che si abbia a che fare con bande di strada. Inoltre, quelle poche persone che hanno visto il termine in precedenza – o che si preoccupano di effettuare una ricerca superficiale on-line – possono avere la loro percezione distorta dalla grande quantità di disinformazione, e sono suscettibili di respingere le vostre preoccupazioni come paranoia. Il termine “pedinamento organizzato” è leggermente migliore, ma meglio ancora sono frasi come “crimini di stalking che coinvolgono tattiche di controspionaggio.”

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Non scoraggiatevi se non si riceve risposta. Come minimo, le vostre lettere saranno esaminati dal personale di ufficio e alcune delle lettere genereranno discussione. Inoltre, saranno registrate le lettere ricevute dai membri del Congresso, come richiesto dalla legge. Le lettere possono essere inviate a qualsiasi ufficiale (o giornalista). Il formato ideale è per posta, con copia cartacea della lettera. Se si sceglie di inviare via e-mail, vi consiglio di copiare e incollare la lettera nel corpo dell’e-mail, piuttosto che l’invio della lettera come allegato perché molte persone sono diffidenti nell’ aprire allegati di posta elettronica.

Uno dei modi più semplici e veloci per diffondere la consapevolezza circa la banda di stalking è inviare commenti sui siti web. Invia un commento ogni volta che vedi un articolo on-line, che è anche lontanamente rilevante su programmi di sorveglianza dei quartieri, gli abusi della polizia, sorveglianza del governo, ecc. Si possono causare danni significativi al programma dello stalking, spendendo solo pochi minuti al giorno mentre si è seduti al computer. Elencare un sito web o due – come questo – dove la gente può verificare la presenza di ulteriori informazioni – in modo da non passeggiare per innumerevoli siti di disinformazione. Prendetevi il tempo per creare una buon (ma breve) messaggio che è possibile salvare e ri-postare su numerosi siti web. Controllare ortografia e rivedere un paio di volte per assicurarsi che sia chiaro e persuasivo.

Vi consiglio di cercare di trovare discussioni in cui i soggetti hanno almeno un leggero collegamento con lo stalking organizzato (criminalità, politica, ecc) in modo che i commenti non sembrino essere spam.

Inviare lettere a organi di informazione, organizzazioni non-profit, amici e parenti. È possibile utilizzare la stessa lettera standard per contattare i membri del Congresso.

Contattare quotidiani locali e nazionali, riviste, programmi televisivi e radiofonici e siti web – più sono e meglio – suggerendo che si faccia una storia sul gang stalking. Menzionare che c’è un sacco di discussione su Internet su questo argomento (si possono citare, ad esempio, alcuni siti web, come questo e dei siti nella pagina “siti consigliati” di questo blog). Invece di inviare le vostre lettere genericamente ad una organizzazione (come ad esempio una agenzia di stampa), è molto meglio di spedire ad un nome di una persona particolare presso l’organizzazione, se possibile, e indirizzare a lui o lei in particolare. Lanciare una vasta rete di raccolta di indirizzi a cui è possibile inviare le vostre lettere. Scuole (insegnanti e amministratori), chiese, aziende, università (docenti e amministratori), organizzazioni private, parchi di divertimento, la guerra civile gruppi rievocazione, qualunque cosa.

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Naturalmente, molte di queste persone non avranno alcun collegamento diretto o familiarità con le questioni che coinvolgono tattiche di gang stalking – ma questo è esattamente il punto. Gli stalker vogliono mantenere i loro segreti all’interno del proprio gruppo. Si può rendere il loro obiettivo impossibile.

 

Fonte : https://fightgangstalking.com/tactics-for-fighting-back/

Traduzione curata da Michele Iracani

MARESCIALLO ANTONIO CAUTILLO : IL CORAGGIO DI DENUNCIARE-2015

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Il maresciallo Antonio Cautillo aveva denunciato abusi da parte di commilitoni. Vive un inferno kafkiano da 23 anni. Inutili appelli ai ministri della Giustizia e della Difesa.

Qualcuno doveva aver calunniato Cautillo perché, una mattina, senza che avesse fatto nulla di male, iniziò un processo contro di lui.

LEGGI TUTTO : https://italiaparla.wordpress.com/2014/01/23/maresciallo-antonio-cautillo-il-coraggio-di-denunciare/

OTTOBRE 2015

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10842

Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 508 del 22/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: COZZOLINO EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/10/2015
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 22/10/2015
Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10842

presentato da

COZZOLINO Emanuele

testo di

Giovedì 22 ottobre 2015, seduta n. 508

COZZOLINO. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
il settimanale Cronaca Vera in data 12 maggio 2015 ha pubblicato l’articolo intitolato «Mi hanno maltrattato in ogni modo» e così ha sintetizzato la vicenda: «Nel corso di un’inchiesta da lui curata, un suo superiore fu indagato per omissioni di atti d’ufficio. È stato forse questo episodio a scatenare nei confronti del maresciallo Antonio Cautillo (vedi Cronaca Vera n. 1961) quella che lo stesso militare definisce una “rappresaglia senza fine”, iniziata nel 1990 e ancora in corso, che ha sottoposto Cautillo a decine di procedimenti disciplinari e penali. Il calvario è iniziato con una graduale emarginazione che si è trasformata ben presto in rapporti sempre più esasperati con superiori e colleghi, fino ad arrivare a boicottaggi, minacce ed altre azioni che Cautillo ha sempre considerato illegali. “Ho sempre denunciato le minacce che, di volta in volta, ho ricevuto”, racconta. “Perseguire i reati è sempre stato il mio compito e l’ho svolto senza compromessi. Proprio per non essere rimasto in silenzio di fronte a gravissime situazioni di cui sono stato testimone, ho subito di tutto: procedimenti disciplinari, punizioni, trasferimenti coatti, continue umiliazioni. A tutto questo si sono aggiunte le denunce nei miei confronti per ipotetiche mancanze in servizio: disobbedienza aggravata e continuata, falsità ideologica, diffamazione, abuso d’ufficio, insubordinazione con ingiuria. Nonostante tutto questo, resisto e resto in servizio. Mi sono opposto a qualsiasi tipo di provvedimento emesso dai miei superiori. Recentemente, per aver documentato un’ingiusta punizione subita, al mio curriculum si sono aggiunti altri due giorni di consegna: per me vale più di un encomio”. VICENDA ALLUCINANTE. In due esposti inviati al ministero della Difesa, il maresciallo definisce “gerarchi” tre superiori. Basta questo per beccarsi una nuova denuncia per diffamazione, l’ultima di una serie di disavventure nel suo disperato tentativo di difendersi da quello che lui percepisce come un vero e proprio accerchiamento. Un noto generale, oggi in pensione, l’aveva preso proprio di petto. “Dopo essere stato assolto da una delle tante accuse di diffamazione fui punito con 10 giorni di consegna di rigore, poi venni sanzionato ‘per aver svolto con apprezzabile continuità attività sindacale’. E infine punito con tre mesi di sospensione dal servizio, dopo un’altra sentenza di assoluzione. Tutti dati in possesso del ministro della Giustizia, che fa finta di niente. Ho subito trattamenti crudeli, inumani, degradanti per mole, ripetitività e durata delle accuse rivolte nei miei confronti. Sono stato costretto a difendermi in 16 processi penali. Tutti questi provvedimenti possono sembrare ineccepibili perché emanati da persone in divisa, ma proprio chi dovrebbe difenderti spesso ti pugnala alle spalle”. Quel generale era amico dell’ex suocero di Cautillo e, infatti, anche nella vita privata il maresciallo è stato al centro di un’altra vicenda allucinante. Dopo un matrimonio in pompa magna, la moglie lo lascia, andandosene con la figlia e ottenendo sia l’annullamento della Sacra Rota per “costrizione morale”, sia l’assegno di mantenimento. Un’altra vicenda che si trascina a lungo nelle aule di giustizia. NESSUNA RISPOSTA. Come se non bastasse, oltre a tutto questo, il maresciallo Cautillo ha dovuto far fronte alle conseguenti cause di pignoramento di beni immobili di cui non era neanche più proprietario e al blocco dello stipendio, sostenendo numerose udienze senza avvocati difensori. “Gli stessi individui da me segnalati mi hanno privato di importanti incentivi concessi a tutti, come il premio di produzione e l’indennità di funzione. Se sei accusato e poi ti assolvono non ti chiedono scusa: ti puniscono, ti bloccano la carriera e, in branco, tentano di licenziarti. Finisci tu stesso sotto accusa”. Sul caso Cautillo sono state presentate 15 interrogazioni in Parlamento, 41 esposti al ministero della Giustizia e 30 al ministero della Difesa. Senza alcuna risposta esaustiva. Della questione sono state investite anche le istituzioni europee. “Sono un sopravvissuto, nessuno può resistere a tutto questo. Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata nel nome della giustizia e sotto lo scudo della legge da poteri intoccabili. Con la consapevolezza che questa battaglia giudiziaria e disciplinare capovolta possa andare avanti a vita. Anche questo governo, come i precedenti, non difende chi denuncia la corruzione, protegge le caste militari e giudiziarie, si trincera dietro silenzi e omertà. Ho scritto a tutti, anche alla presidenza del Consiglio, segnalando dove andavano i miei superiori utilizzando l’auto di servizio, con chi s’incontravano e quali tipi di scambi avvenivano. Nessuno è mai intervenuto”»;
il maresciallo sulla vicenda ha sinora presentato 44 esposti al Ministro della giustizia, da cui risulterebbero inquietanti profili meritevoli di approfondimento;
nell’esposto n. 44 inviato al Ministro della giustizia il 25 settembre 2015, atto emblematico e divenuto di dominio pubblico, il carabiniere ha denunciato di essere vittima di ripetuti episodi di malagiustizia;
sulla vicenda che riguarda il militare, sono stati presentati 3 precedenti atti di sindacato ispettivo (4-02661, 4-01366 e 4-00975) al Senato che ad oggi non hanno ricevuto risposta, così come i numerosi atti di sindacato ispettivo presentati nel corso della XVI legislatura –:
se il Governo non ritenga opportuno, affinché si faccia piena luce sulla vicenda, attivare le iniziative ispettive di competenza. (4-10842)

Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trattamento crudele e degradante

delitto contro la persona

istituzione dell’Unione europea

LINK ORIGINALE : http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4%2F10842&ramo=CAMERA&leg=17

ARMI NON LETALI ED ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA “CONVENZIONALI”: la guerra nell’era della “globalizzazione”

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V.F. Polcaro
Senior Scientist
CNR-IAS
Area di Ricerca Roma-Tor Vergata
e-mail: polcaro@saturn.ias.rm.cnr.it

Premessa

    Questo lavoro è stato scritto un anno fa, in occasione del Convegno “Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre” del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra, tenutosi al Politecnico di Torino nel giugno 2000, i cui atti sono reperibili nel libro: M. Zucchetti (a cura di), “Contro le nuove guerre”, Odradek, 2000.
Dopo quella data, sono stati resi disponibili nuovi dati in aggiunta a quelli sui quali era basato l’articolo.
Per quanto riguarda le armi non letali, il bilancio degli Stati Uniti stanzia cifre considerevoli per il loro sviluppo, mentre alcuni modelli derivati dai prototipi descritti in questo lavoro sono ormai considerati operativi (in particolare per quanto riguarda i sistemi di barriere antiuomo a radiazione elettromagnetica ed ultrasonica).
Per quanto riguarda quelle che ho chiamato “armi di distruzione di massa convenzionali”, purtroppo tutte quelle descritte nel testo sono state impiegate nella recente guerra afgana dalle truppe USA e, per quel che riguarda le “bombe a grappolo” anche inglesi.
Se ne conoscono quindi ora maggiori dettagli ed in particolare: La “Cannoniera volante” descritta nel testo si e’ evoluta nell’ AC 130 U “Spooky”. Il nuovo modello, impiegato nella seconda fase del conflitto, si differenzia dal precedente nell’armamento, che ora e’ costituito da un cannone da 25 mm a canne rotanti, da un cannone da 40 mm anticarro e da un obice da 105 mm, tutti montati sul lato sinistro, in modo da poter tenere sotto il proprio fuoco un punto fisso sul terreno, mentre l’aereo gli gira intorno. E’ stata inoltre potenziata l’avionica e le contromisure per poter sostenere anche una certa, limitata, azione antiaerea ostile.
Nel conflitto afgano sono anche state usate almeno due bombe FAE, ora designate dalla sigla BLU-82 e dal nome in codice “Dasy cutter” (“Tagliamargherite”). Dell’ordigno sono state rilasciate alcune fotografie ed anche un breve filmato, che la vede sganciata da un C 130 (non dai B 52), e fatta discendere con un paracadute, in modo da non coinvolgere nell’esplosione (che avviene a circa 1 m da terra) l’aereo che la sgancia e di dare il tempo all’esplosivo liquido di mescolarsi con l’aria. I dati sulla sua potenza sono ancora abbastanza contradditori e sulla natura dell’esplosivo e’ stata riferita una composizione piuttosto incredibile (nitrato di ammonio, alluminio, idrogeno e ossigeno).
Fino a prova contraria, riteniamo quindi ancora validi i dati riportati in questo lavoro.

Riassunto

A partire dall’inizio degli anni ’90, lo scenario politico mondiale si e’ notevolmente modificato. In particolare, l’unica superpotenza sopravvissuta alla “guerra fredda” si e’ trovata nella necessita’ di disporre, oltre al suo arsenale militare prevalentemente concepito per combattere una guerra nucleare totale o guerre locali tradizionali, di armi che rendano possibile il controllo di territori spesso molto vasti ed abitati da una popolazione fortemente ostile e anche molto numerosa, ma male armata.
La risposta a questa esigenza e’ stato lo sviluppo di due categorie di armi che sono sempre esistite ma che hanno trovato nelle moderne tecnologie e nell’attuale situazione politica mezzi e ragioni di uno sviluppo impensabile sino a pochi anni fa: le “armi non letali” e le “armi di distruzione di massa convenzionali”.
Vengono descritte, con il particolare riferimento alle guerre in Iraq, Somalia e Yugoslavia, le principali tipologie, le modalità e gli scopi, tattici e strategici, dell’impiego di queste armi.

Le armi non letali nel nuovo quadro politico

Da sempre, non tutte le armi, definite come oggetti atti a produrre un danno fisico ad un avversario, sono state progettate per uccidere. Infatti, la morte del nemico non è mai stata considerata in tutte le occasioni l’unica o la migliore conclusione di uno scontro.
Il laccio, le “bolas”, la rete, la frusta e lo stesso bastone sono armi non letali (o almeno non necessariamente letali) di origine antichissima e di uso assai frequente in tutte le culture, nelle condizioni più svariate nelle quali si è preferito fermare o disabilitare, piuttosto che uccidere, il nemico.
La necessità di armi non letali, delle quali dotare i corpi incaricati dell’ordine pubblico, si è fatta sentire maggiormente con lo svilupparsi della lotta di classe e quindi con il verificarsi di condizioni economiche e storiche nelle quali era da un lato necessario, per il potere costituito, fronteggiare masse umane ostili e notevolmente organizzate ma disarmate od armate di strumenti rudimentali mentre dall’altro era politicamente poco conveniente ed economicamente controproducente trasformare inevitabilmente gli scontri di piazza in massacri.
Nascono così tra la fine del XIX e quella del XX secolo lo sfollagente, l’idrante antisommossa, i gas lacrimogeni, le pallottole di gomma, il pungolo elettrico, il Myotron (dispositivo elettrico a contatto in grado di paralizzare la muscolatura striata, in dotazione alla Polizia di Stato dell’Arizona) come armi non letali d’attacco e tutta la panoplia di armi di difesa delle quali è ormai dotato qualsiasi corpo di polizia del mondo, indipendentemente dal maggiore o minore grado di democraticità del potere statale che difende.
Tuttavia, la guerra, intesa come scontro armato tra nazioni diverse, è rimasta sempre legata al principio che vince la nazione che è in grado di uccidere il maggior numero possibile di nemici, sicché l’armamento militare, dalle armi individuali a quelle di distruzione di massa, è stato, fino a pochissimo tempo fa, finalizzato sostanzialmente solo al massimo possibile di letalità.
L’attuale quadro politico ed economico si presenta però sotto molti aspetti inedito: per la prima volta nella storia moderna, il mondo è sostanzialmente dominato da un’unica nazione alla quale non se ne contrappone alcuna capace di presentarsi come un avversario in grado di “vincere”, almeno sotto il profilo strettamente militare e nel senso prima enunciato. Inoltre, l’economia mondiale è così strettamente collegata che appare difficile identificare regioni del pianeta nelle quali sia possibile produrre danni materiali che non si ripercuotano, più o meno direttamente, anche sull’economia della nazione dominante o su quella di nazioni ad essa strettamente collegate.
D’altro canto, questa situazione non si traduce certamente in migliori condizioni di vita per tutta la popolazione mondiale, ma anzi popolazioni sempre più numerose sono espropriate delle proprie risorse e del proprio lavoro in favore della potenza dominante e di coloro che ad essa si sono aggregati. Inevitabilmente quindi alcune nazioni tentano ed ancor più tenteranno in futuro di opporsi a questo “nuovo ordine mondiale”, anche con l’uso della forza. Tuttavia la repressione di questa opposizione, proprio per la sproporzione della potenza militare delle parti che si affrontano, non può configurarsi come una “guerra”, ma viene oggettivamente a configurarsi come una “operazione di polizia internazionale”, non dissimile concettualmente dall’intervento delle forze dell’ordine di una nazione contro una manifestazione di piazza che non si riesce a controllare pacificamente. E, come in questo caso, sarebbe ovviamente conveniente se si riuscisse a neutralizzare l’avversario senza ridurre lo scontro ad un massacro.
In queste condizioni, è naturale che negli USA si siano sviluppate e si stiano ulteriormente sviluppando, i più disparati tipi di armi da guerra non letali.

2. Le armi da guerra non letali operative.

Attualmente, solo due categorie di armi da guerra non letali sono in una fase operativa: le armi a colla e le armi laser. Ad esse devono naturalmente essere aggiunti svariati tipi di gas ed aerosol disabilitanti, che agiscono in base a diversi tipi di principi chimici e biologici e che sono ormai noti da decenni. Tuttavia, l’uso operativo di quest’ultima classe di aggressivi è drasticamente limitato dai trattati internazionali, che difficilmente possono essere indeboliti dato che ciò darebbe legittimità all’impiego di armi chimiche, cosa che certo non andrebbe a vantaggio di chi vuole controllare il mondo. Si descriveranno quindi nel seguito solo le armi delle prime due categorie.
2.1 Le armi a colla
Il “fucile lancia-colla” è in dotazione ad alcuni corpi di polizia metropolitana negli USA ed è stato usato dalle truppe americane durante l’operazione “Restore Hope” in Somalia nel 1995. Si tratta in pratica di un dispositivo ad aria compressa che spruzza fino ad una distanza di qualche decina di metri una colla rapida che, nel giro di alcuni secondi, solidifica bloccando completamente i movimenti di chi ne venga ricoperto. La vittima viene successivamente liberata cospargendola di un opportuno solvente. La colla è permeabile ai gas, anche dopo essere solidificata, sicché chi ne venga colpito può agevolmente continuare a respirare e le autorità militari garantiscono che sia la colla che il suo solvente sono completamente atossici. L’arma è però ingombrante, pesante, difficile da maneggiare e con un numero estremamente limitato di “colpi”. Inoltre, la sua gittata è corta e molto inferiore alla più scadente arma da fuoco della quale possa essere armato l’avversario. In pratica, essa non si è dimostrata di alcuna utilità.
Le “barriere adesive” sono invece costituite da bande di tessuto di fibra di vetro ricoperte di un potente adesivo che polimerizza quasi istantaneamente sotto un carico di qualche decina di kg. Fissate al suolo, bloccano, incollandoli al terreno, sia chi le calpesti a piedi che le ruote di un automezzo che tenti di attraversarle. Esse sono state concepite come alternativa “non letale” ai campi minati ed alle barriere di filo spinato per la difesa di aree delimitate di territorio e sono state usate dalle truppe USA in Somalia. Tuttavia, anch’esse si sono mostrate completamente inefficaci in quanto sono state neutralizzate dalle milizie somale spargendovi sopra sabbia o semplici fogli di giornale.
2.2 Le armi laser
Sono già stati sviluppati laser che possono accecare temporaneamente o permanentemente un uomo. In realtà, qualsiasi laser commerciale di potenza non trascurabile, puntato agli occhi di una persona, produce questo effetto. Un’arma laser è quindi solo un normalissimo laser dotato di una impugnatura capace di permetterne il puntamento verso il nemico. Naturalmente, accecare in modo permanente una persona si deve considerare più inumano che ucciderla e per questo motivo un trattato, firmato anche dagli USA alla fine del 1995, vieta lo sviluppo di armi laser che possano accecare permanentemente una persona. La convenzione non vieta però lo sviluppo di laser che producano un abbagliamento od una cecità temporanea. Il problema consiste nel regolare opportunamente la potenza e la frequenza del fascio, dato che la soglia che separa l’effetto temporaneo da quello permanente non è ben definita e probabilmente varia da persona a persona.
Negli USA è stato sviluppato un laser applicabile sotto la canna della carabina M16, che può emettere un brevissimo impulso di potenza adeguata a provocare l’abbagliamento dell’avversario. Anche questo tipo di arma è stato dato in dotazione al alcuni corpi statunitensi durante le operazioni in Somalia nel 1995, precedentemente alla firma della convenzione contro i laser accecanti. Tuttavia, il comandante dei Marines, per evitare il rischio di essere poi accusato di condotta di guerra inumana, fece regolare la potenza dei laser al minimo, in modo da usarli solo come dispositivo di puntamento per i più convenzionali (e decisamente letali) fucili di precisione.(Pasternak, 1997). Le truppe Russe sono state accusate di aver usato laser accecanti durante le operazioni in Cecenia, ma non è chiaro se invece non si sia trattato di incidenti, più o meno volontari, nell’uso di mirini laser regolati a potenza troppo alta.

3. Le armi non letali sperimentali

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3.1 Armi acustiche
Un fascio di vibrazioni ultrasoniche può trasportare una quantità considerevole di energia che può interagire con vari equilibri biologici del corpo umano. Fasci ultrasonici di opportuna frequenza possono mettere in risonanza gli organi dell’equilibrio, provocando vertigini o nausea, o l’intestino, provocando una incontenibile diarrea.
Un fascio ultrasonico può essere usato anche con il solo scopo di trasportare energia contro un bersaglio: è noto che gli scienziati nazisti avevano costruito un “cannone ultrasonico” in grado di abbattere un aereo. Il dispositivo fu replicato nel 1949 da un tecnico americano, Guy Obolensky, ma il Pentagono, che aveva già sperimentato dispositivi analoghi durante la Guerra, non fu interessato all’arma, in quanto non competitiva rispetto ad un tradizionale cannone antiaereo, più potente e molto meno ingombrante.
La società privata SARA, di Huntington Beach (California) ha invece sviluppato e sperimentato per il DoD statunitense un dispositivo chiamato “barriera ultrasonica” che emette intorno ad un’area localizzata fasci di ultrasuoni che provocano effetti sempre più gravi via via che ci avvicina alle sorgenti d’onda (Pasternak, 1997). La stessa ditta ha dichiarato di stare sviluppando diversi altri tipi di armi acustiche che saranno operativi entro dieci anni.
Ovviamente, la potenza di un’arma ad ultrasuoni, a differenza di quella di un proiettile, decresce con il quadrato della distanza dall’obiettivo ed è quindi inutilizzabile contro un nemico sufficientemente lontano.
3.2 Armi a radiofrequenza
Nel 1987 il Pentagono dichiarò che i sovietici avevano sperimentato un’arma capace di uccidere una capra ad un km di distanza con un fascio di radiazione elettromagnetica a radiofrequenza. Mancano riscontri oggettivi di questa affermazione, ma sicuramente il DoD statunitense stanzia fondi per ricerche in questa direzione dall’inizio degli anni ’60. Una sperimentazione (fallita) per un’arma di questo tipo fu anche svolta in Italia da Marconi per conto del governo fascista.
Recentemente Clay Easterly, un ricercatore della Divisione di Scienze Mediche degli Oak Ridge National Labs, una delle istituzioni di ricerca pubblica statunitense più attiva nella ricerca militare, ha presentato al Corpo dei Marines il progetto di massima un “fucile a radiofrequenza” capace di indurre attacchi di epilessia e di un “fucile termico” capace di indurre, per riscaldamento elettromagnetico, un innalzamento della temperatura corporea del bersaglio di due gradi, producendo effetti analoghi a quelli di una fortissima febbre (Pasternak, 1997).
Lo sviluppo di questo tipo di armi appare però problematico, data la grande potenza dell’emissione elettromagnetica richiesta. Inoltre, la focalizzazione di radiazioni a radiofrequenza richiede intrinsecamente l’uso di antenne di grandi dimensioni e quindi di difficile maneggio e facilmente vulnerabili da parte di colpi di arma da fuoco sparati da distanze molto maggiori di quelle alle quali si può ragionevolmente sperare di ottenere un flusso di energia dall’arma con qualche effetto biologico.
Ad ogni modo, gli studi su questo tipo di armi continuano negli USA, tanto che l’USAF ha stanziato a questo fine 110 milioni di dollari per ricerche su queste armi nel 1996 (Pasternak, 1997).
3.3 Armi a bassa frequenza
Una radiazione elettromagnetica a bassa frequenza può stimolare l’emissione di istamina da parte delle cellule cerebrali e quindi indurre sonnolenza od anche un sonno profondo. E’ noto che studi di un’arma basata su questo effetto furono condotti dal Corpo dei Marines agli inizi degli anni ’80, ma non ne sono noti gli sviluppi.

4. I problemi delle armi da guerra non letali

Come abbiamo visto nell’introduzione, lo sviluppo di armi da guerra non letali sarebbe estremamente conveniente per la nazione che controlla l’attuale situazione mondiale, sicché non vengono risparmiate risorse economiche ed umane per questi progetti. Abbiamo però anche visto come questo obiettivo sia difficile da realizzare.
Le armi sviluppate sino ad ora sono ingombranti, scarsamente maneggevoli, efficaci solo a breve distanza. Inoltre, tutti i progetti che sono attualmente noti hanno prodotto prototipi di armi che non mettono in grado chi le usi di difendersi da un avversario armato di armi da fuoco tradizionali più potenti di una pistola.
Infine, le “armi non letali” possono essere più inumane delle armi convenzionali, esponendo chi le impieghi alla reazione della stessa opinione pubblica del proprio paese. Quindi, come è stato recentemente mostrato da Hertog (1998), che pure è favorevole allo sviluppo di questi strumenti bellici, le armi non letali pongono problemi politici, legali ed etici che debbono essere risolti prima che esse possano essere considerate operative, indipendentemente dalla soluzione dei problemi tecnici tuttora irrisolti.
Esse potranno quindi forse evolversi fino a fornire nuovi dispositivi antitumulto ma, a differenza del caso delle operazioni di ordine pubblico su scala locale, le cosiddette “operazioni di polizia internazionale” debbono affrontare eserciti dotati di armamenti spesso di tutto rispetto (anche se certamente non paragonabili come potenza a quelli che possono mettere in campo gli USA o la NATO), di addestramento a livello altamente professionale, oltre che di una motivazione ovviamente superiore a quello degli aggressori.

5. Le armi di distruzione di massa “convenzionali”

Per quanto abbiamo esposto in precedenza, per ora, e probabilmente per un lunghissimo periodo, le operazioni di polizia internazionale saranno condotte con il tradizionale fine di ogni guerra  : uccidere il maggior numero possibile di “nemici”. Tuttavia, una operazione di “peace keeping”, per poter continuare ad apparire giustificata agli occhi della propria opinione pubblica e rimanere compatibile con i vincoli di bilancio che l’economia moderna impone ad ogni amministrazione pubblica, deve potersi concludere rapidamente con una indiscutibile vittoria, con scarse perdite nelle proprie truppe, e non trasformarsi in una interminabile guerra “a bassa intensità”, come la guerra nel Vietnam. Il problema non è quindi solo quello di uccidere moltissimi (o anche tutti i) soldati dell’esercito nemico: questo era possibile già dagli inizi dell’epoca storica, con una adeguata potenza militare disponibile. Il problema è ora di riuscire a farlo abbastanza in fretta ed economicamente.
E’ quindi necessario colpire lo “stato terrorista” con la massima violenza possibile, con l’obiettivo teorico di infliggere un singolo “primo colpo disarmante”.
A parte la mistificazione delle “armi intelligenti” (Polcaro, 1999), è chiaro che lo strumento tecnicamente più adatto a questo scopo rimane l’uso di un arma nucleare tattica, più o meno della potenza della bomba di Hiroshima (20 kton). Tuttavia, la situazione politica internazionale non permette ancora questa soluzione ottimale del problema del “peace keeping” (Polcaro, 2000).
Tuttavia, alcuni sistemi d’arma “convenzionali”, cioè non compresi nelle categorie delle armi atomiche, biologiche e chimiche, impiegati negli ultimi conflitti (Guerra del Golfo, Somalia, Balcani) hanno capacità letali che dovrebbero, a parere di chi scrive, farli considerare tra le “armi di distruzione di massa”.
Se ne descriveranno nel seguito alcuni tipi già operativi.

Bombe FAE (Fuel – Air Explosive”)
Questo tipo di armamento aereo di caduta si basa sul principio delle “bomba Molotov”: una miscela stechiometrica di combustibile liquido ed aria, innescata in un contenitore ermetico con spessore adeguato, detona con una potenza esplosiva molte volte superiore a quella del tritolo. Questo tipo di esplosivo fu inventato nella Repubblica Federale Tedesca, verso l’inizio degli anni ’70, ed arma bombe da 2 t in dotazione all’USAF. Anche se mancano dati ufficiali precisi, la potenza di questi ordigni si stima in 2 kton, corrispondenti ad una bomba nucleare “da teatro”. Sono state impiegate contro le colonne di blindati irakeni in ritirata dal Kuwait. L’ingombro ne limita l’uso, che è possibile solo con il bombardiere strategico B 52. Data la vulnerabilità del vettore, sono impiegabili solo contro avversari con scarse capacità antiaeree.
Cannoniera volante
Si tratta di un velivolo da trasporto C 130 “Hercules”, modificato aprendo 4 portelli su ciascun lato della fusoliera. Da ognuno di essi, opera un cannoncino “Vulcan” da 30 mm a canne rotanti, con rapidità di tiro di 2000 colpi al minuto. Si stima che, intervenendo da una quota di 500 m su di un assembramento, sia in grado di uccidere 10000 persone in 5 minuti. E’ stato impiegato dall’USAF durante la campagna “Restore Hope” in Somalia nel 1995. Data la bassa velocità, la vulnerabilità e la bassa quota operativa, è impiegabile solo contro avversari completamente privi di copertura antiaerea.
Bombe a grappolo
Si tratta di contenitori da caduta, lanciabili da praticamente tutti i tipi di bombardieri, caccia-bombardieri e velivoli d’assalto. Dopo una breve discesa libera, la caduta del contenitore viene rallentata da un paracadute. A questo punto, il contenitore, al comando di un dispositivo barometrico, si apre, liberando un numero variabile da qualche decina a diverse centinaia di mine di varia potenza e tecnologia, che discendono a loro volta frenate da piccoli paracadute, disseminandosi su di una vasta area. In dotazione alla maggior parte delle aviazioni militari del mondo, ne è documentato l’uso da parte della RAF durante la Guerra delle Malvine del 1982 e di diverse aviazioni di paesi NATO durante la Guerra dei Balcani del 1999. Non vi sono problemi tecnici di tipo particolare al loro impiego. La capacità di distruzione di massa dell’ordigno non deriva dal singolo intervento, ma dal suo uso estensivo che produce ad ogni effetto un risultato analogo a quello delle mine anti-uomo, ormai vietate da una convenzione internazionale, disseminando il territorio nemico di milioni di mine che permangono letali, prevalentemente per la popolazione civile, anche molti anni dopo la fine del conflitto.

Conclusioni

La fine della “Guerra Fredda” e la dissoluzione del Blocco Orientale, al contrario di quanto avevano sperato molti pacifisti, non ha affatto posto termine alla violenza ed alla guerra. Anzi, i milioni di “morti virtuali” dell’epoca dell’equilibrio del terrore tra le due superpotenze sono stati sostituiti dalle centinaia di migliaia di morti reali nelle guerre che si sono verificate nell’ultimo decennio, perché la possibilità concreta di una parte di imporre il proprio dominio economico e politico sull’intero pianeta, anche ricorrendo all’uso della forza, resa prima impossibile dal rischio di una guerra nucleare non poteva e non potrà portare ad un mondo pacifico.
E’ dovere della comunità scientifica e delle persone di cultura contribuire a far divenire coscienza comune l’idea che la pace nasce solo dalla prevenzione dei conflitti, tramite accordi che risultino accettabili ad entrambe le parti, non dalla vittoria di una parte o dal possesso di armi che possano imporre la pace: il sogno di Nobel ed Einstein dell’ “arma che ponga fine alle guerre” si è dimostrato irrealizzabile.

Bibliografia

Hertog M. K., “Nonlethal Weapons and Their Role in Military Police Missions”, http:/www.au.af.mil/au/database/research/ay1996/awc/hertgog_mk.htm, Mar 10, 1998
Pasternak, D., “Wonder Weapons”, U.S. News, July 07, 1997
Polcaro V. F., “L’imbroglio dell’intervento chirurgico”, in F. Marenco (ed.) “Imbrogli di guerra”, Odradek, Pisa, 1999
Polcaro, V. F., “I rischi per la pace derivanti dallo sviluppo di sistemi di difesa antimissile”, memoria presentata al Convegno ” Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre”, Politecnico, Torino, 22-23 giugno 2000

Fonte: Atti del Convegno “Scudo spaziale, Industria Bellica, Tecnologie Militari: quale utilità, quali interessi in campo?”
Tenutosi il 24 Settembre 2001 al Politecnico di Torino.
A cura di Massimo Zucchetti (Politecnico di Torino, Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra)

COVERT HARASSMENT CONFERENCE 2014 BRUSSELS, 20 NOVEMBRE- INTERVENTO DI PAOLO DORIGO – MICROCHIP E TORTURA IN ITALIA

http://covertharassmentconference.com/home http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/ABSTRACT-COVERT.HARASSMENT.pdf COVERT HARASSMENT CONFERENCE – BRUSSELS – 2014, NOVEMBER, 20th Intervento di Paolo Dorigo per ACOFOINMENEF (ex AVae-m) Breve sintesi del caso della tortura tecnologica su Paolo Dorigo e della nascita e sviluppo della AVae-m fondata con Maurizio Bassetti e attuale situazione della Associazione. In Italia, la riflessione che portiamo a questa conferenza non vuole soffermarsi sulle caratteristiche dei metodi utilizzati, controllo mentale con impianti sottocutanei, manipolazione mentale onirica, manipolazione mentale massiva, manipolazione mentale tramite trasmissioni televisive e telefoniche e la pubblicità, quindi, attacchi elettromagnetici a microonde finalizzati all’uccisione delle persone, od alla loro neutralizzazione sociale, e strutture che agiscono di concerto per tacere e coprire questi sistemi di morte. Vogliamo soffermarci sui moventi SOCIALI di questi trattamenti “inumani e degradanti”, parliamo del fatto che non è una nuova legge quello che manca, manca invece la VOLONTA’ di perseguire questo crimine sociale ed istituzionale che è la tortura tecnologica in Italia. Lo faremo parlando dell’origine dei trattamenti, da dove iniziano, come, chi copre il tutto. Giungeremo brevemente e sinteticamente ad ipotizzare una terribile realtà: in Italia tutti sanno, e tacciono. Questo è un sistema tecnologico di controllo e di repressione del popolo. (Proiezione e spiegazione Tabella Statistica per regioni in Italia e Tabella Moventi del Crimine della tortura tecnologica)

Tabella 1

ACOFOINMENEF – statistica Casi e contatti per regione mercoledì 19 novembre 2014  WWW.ASSOCIAZIONEVITTIMEARMIELETTRONICHE-MENTALI.ORG

LISTA DEL NUMERO DI VITTIME CHE HANNO CONTATTATO L’ASSOCIAZIONE FINO AL 2014

total NORTH ITALY 156

Emilia-Romagna 24

Friuli VG 7

Liguria 8

Lombardia 58

Piemonte 23

Trentino Alto Adige 5

Val d’Aosta 1

Veneto 30

total CENTRAL ITALY 67

Lazio 43

Marche 5

Toscana 17

Umbria 2

total SOUTH ITALY 66

Abruzzi 9

Basilicata 1

Calabria 8

Campania 15

Puglia 13

Sardegna 8

Sicilia 14

foreigns in Italy and Italy living in other country 11- stranieri in Italia e italiani che vivono all’estero 

ALBANIA-Emilia R 1

ALBANIA-Toscana 1

GERMANIA 1

GRAN BRETAGNA 2

GRECIA 1

INGHILTERRA 1

SLOVENIA 1

SPAGNA-CANARIE 1

Svizzera 2 foreigns in Italy and Italy living in other country 11

Tabella 2

AVAE-M 2005 FOUNDED BY PAOLO DORIGO AND MAURIZIO BASSETTI

our friends KILLED PAOLO SACCHETTO, ARTPUBLISHER 2007

MAURIZIO BASSETTI, EX-ACCOUNTANT FOR ITALIAN PARLIEMENT AND AVAE-M PRESIDENT 2010

170 victim case sure 400 victim contacts in Italy 2006

CONFERENCE BOOK LA TORTURA NEL BEL PAESE 2007 DOSSIER IL NAZISMO SOFT CONGRESSO AVAE-M ARRESTO MICHELE FABIANI, NS.PORTAVOCE

2009 FONDAZIONE DELLA ACOFOINMENEF http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org

Interventation of Paolo Dorigo for ACOFOINMENEF (ex AVae-m) (Brief synthesis of the case of the technological torture against Paolo Dorigo and of the birth and development of the AVae-m founded with Maurice Bassetti and actual situation of the Association.)

The remark we bring to this conference on Italy’s torture -system, doesn’t want confine on the characteristics of the used methods of covert harassment: Mind control with subcutaneous implants, dreaming manipulation , massive mind manipulation, mind manipulation through tv and telephone and the commercials. Or, microwaves attacks finalized to the selecting killing of people, or to their social neutralization and structures that act together to keep silent and to cover these systems of death. We want to analyze the social motives of these treatments “inhuman and degratading” (opposite to the UN international declaration), we speak of the fact that is not a new law that is necessary, but we need instead to struggle to defeat this social and institutional crime that is the technological torture in Italy. We will do it speaking of the origin of the treatments, from where they begin, as, who covers everything. The sources of those harrassments: family, industrial secrets, economics interest, military environment, justice and home affairs. Often, the women are often object of torture from husbands or fiance’, also police officers or military. We will shortly and synthetically hypothesize a terrible reality: in Italy everibody know the truth, and keep silent. To the beginning, the system is theVatican system. At the end, there is the technological systemof control and repression the people. (Projection and explanation Statistic Chart for regions in Italy and Chart Motives of the Crime of the technological torture) link Table 1 link Table 2

LA MIA VITA E’ DIVENTATA UN INCUBO!

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

FINORA HA RESPINTO I LORO ATTACCHI, MA…

Dura da 4 anni il calvario di un insegnante di matematica

Sostiene di essere vittima di una tecnica di controllo mentale

Con una sofisticata e segreta tecnologia, qualcuno si collegherebbe con il suo sistema nervoso per influenzarne il comportamento – è svegliato in piena notte da voci che vogliono dargli degli ordini.

Pistoia

Nel 2010 la vita di Andrea Giotti, 48 anni, si è trasformata in un incubo, in quanto sarebbe vittima di un controllo mentale a distanza. Sostiene che, attraverso l’utilizzo di una sofisticata e segreta tecnologia, qualcuno riusce a collegarsi con il suo sistema nervoso per influenzarne il comportamento.

«Una voce mi dava ordini dentro la mia testa», ricorda l’insegnante. «Se non li eseguivo, iniziavano delle torture a livello neurologico: crampi dolorosissimi, tachicardie o altri effetti che servono per piegare la vittima ai comportamenti desiderati. Questa voce voleva che io compiessi degli atti contro la mia stessa personalità, allo scopo di farmi diventare una sorta di robot sfruttabile per qualsiasi obiettivo. All’inizio ho avuto delle grosse difficoltà a capire che cosa mi stesse accadendo, poteva sembrare una comune patologia psichiatrica. Solo che c’erano troppi sintomi anomali. Quando ho considerato la possibilità che venissero utilizzate su di me questo tipo di tecnologie, tutto si è chiarito e ogni sintomo ha trovato la sua spiegazione. Si tratta di una forma di telepatia artificiale basata su una nuova tecnologia messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana».

Grande forza di volontà*** Per Andrea l’unica difesa da questi attacchi mentali consiste nel far prendere coscienza all’opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla.

Grande forza di volontà***
Per Andrea l’unica difesa da questi attacchi mentali consiste nel far prendere coscienza all’opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla.

Testimone scomodo
Secondo Giotti le vittime come lui non sono prese a caso: alcuni sono personaggi di spicco, come politici o giornalisti, scelte al fine di monitorarne i comportamenti e intervenire nel caso diventino una minaccia per il sistema, ma possono trattarsi anche di persone qualunque, come Andrea.

«Nel 2003 ho avuto l’occasione di vedere un dispositivo portatile basato su questo tipo di tecnologie di controllo mentale messe in atto da una specie di telecomando da videoregistratore», continua Giotti. «Da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo. Questo strumento emette particelle attraverso un processo fisico nuovo su cui le ipotesi sono ancora aperte. Scelgono persone come me per programmarle a svolgere missioni, anche di tipo suicida, che nessuno saprà mai da chi sono state commissionate».

Ancora oggi Giotti sostiene di essere vittima del controllo mentale. Gli capita, infatti, di essere svegliato in piena notte da queste voci, e sono frequenti gli episodi di tachicardia e respiro corto che iniziano e cessano all’improvviso, come se qualcuno accendesse o disattivasse un interruttore.

«Dal 2010 ho iniziato a cercare di capire come riescano in tutto questo. Sospetto l’esistenza di una rete di satelliti in orbita bassa attorno alla Terra in grado di sparare particelle rare addosso alle persone, indirizzandole al loro sistema nervoso. Potrebbero essere neutrini o particelle non ancora isolate. È un trattamento strettamente individuale. Dall’altra parte c’è un gruppo di psicologi manipolatori che cercano di spingerti a comportati diretti dall’esterno. Quando la persona non si piega, iniziano le torture fisiche provocate da questo raggio. La copertura di questa rete è probabilmente globale. Sono andato a Mosca per vedere se riuscivo a scampare al trattamento, ma inutilmente. Sono andato anche sotto terra, in uno dei posti più schermati, i laboratori nucleari del Gran Sasso, ma nemmeno lì c’è riparo. L’unica difesa è di altra natura: occorre prendere coscienza a livello di opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla. È l’unica difesa, a mio modo di vedere».

«Nel 2003 ho visto un dispositivo portatile basato su questa tecnologia di controllo mentale e da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo», dice il 48enne.

«Nel 2003 ho visto un dispositivo portatile basato su questa tecnologia di controllo mentale e da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo», dice il 48enne.

Potrebbero ucciderlo

Le ripercussioni sulla qualità della vita di Andrea sono state pesantissime: non riuscendo a dormire e a lavorare come prima a causa di questi disturbi, ha dovuto chiedere al Ministero dell’Istruzione di essere messo part-time.

«Grazie a Dio, fino a questo momento sono riuscito a respingere gli attacchi», conclude il 48enne. «La vita merita di essere vissuta in piena libertà e se questa libertà è messa in discussione, sono disposto anche a morire. Partendo da questo ragionamento riesco a imporre la mia volontà, ignoro le voci e anche quando mi fanno battere il cuore forte o me lo rallentano, riesco a comportarmi come se niente fosse. Questo richiede un grande sacrificio, potrebbero uccidermi da un momento all’altro, ma io continuo a comportarmi come uomo libero e responsabile delle mie azioni. In “Internet”, in questo campo, si trova di tutto: mitomani, casi autentici e persone con disturbi psichiatrici. Io non temo che mi possano fare un trattamento sanitario obbligatorio per le cose che sto rivelando. Non sono in assoluto contro la psichiatria. Credo però che in questo campo abbia dimostrato tutti i suoi limiti non prendendo in considerazione l’ipotesi che certi fenomeni possano essere prodotti dall’esterno». 

Fabio Frabetti

FONTE : http://www.cronacavera.it/2014/11/26/la-mia-vita-e-diventata-un-incubo/

MAURIZIO BASSETTI BERSAGLIO DI TORTURA ELETTRONICA DECEDUTO IL 9 OTTOBRE DEL 2010

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Maurizio Bassetti, economo del governo italiano, traslato 9 ottobre 2010, ex-testimone e bersaglio di torture elettroniche. (…).

Maurizio Bassetti

Nel 1994 Maurizio Bassetti, dopo essere stato militante dello PSIUP e del movimento negli anni ’60-70 lavora come economo alla Camera dei deputati, denuncia gravi irregolarità amministrative nella gestione delle forniture, una grande truffa di Stato, che ha portato al licenziamento di alcuni funzionari. La notizia, in piena Tangentopoli, finisce anche nei giornali e nasce il sospetto che i soldi servissero a finanziare dei “fondi neri”. Successivamente Bassetti viene richiamato dai superiori e invitato ad un incarico per l’America centrale, ma rifiuta preferendo la pensione.

Il dramma comincia quando nel Luglio del 2001 subisce una violenta rapina da parte di tre persone incappucciate che affermano di appartenere ai servizi segreti, chiedono i documenti e le foto compromettenti, subisce gravi percosse che gli causano la deviazione permanente dello sterno. Dal quel momento Bassetti subisce numerose violazioni di domicilio dove gli vengono portati via documenti e viene più volte manomesso il computer. Nel 2003 viene rinvenuta una microspia che, dopo gli accertamenti, risulta funzionante già dal 2000. Maurizio decide di installare delle telecamere nella sua casa e le visite cessano momentaneamente, nel Gennaio del 2004 viene rinvenuta un’altra microspia al piano inferiore.

La tortura tecnologica inizia nell’Agosto 2004 con delle scosse elettriche provocate, secondo Bassetti dopo aver consultato esperti in elettronica, da ultrasuoni. Bassetti sostiene che questi ultrasuoni gli interrompono il sonno e gli provocano dolori molto intensi in alcune zone del corpo, come il bruciore allo stomaco, all’intestino ed alla vescica; decide di trasferirsi a casa del figlio e poi in un nuovo appartamento. Nel novembre del 2004 comincia un vero e proprio bombardamento ad ultrasuoni, nel Gennaio 2005 rischia di perdere l’occhio sinistro. La tortura mira all’annientamento fisico e psichico della persona e gli impedisce una vita normale.

Recentemente la scoperta dell’uso di armi ad energia da parte dell’esercito nordamericano in Iraq nella battaglia dell’aeroporto a Bagdag, ha dato conferma dell’esistenza di questo tipo di armi tecnologiche. In realtà è in circolazione già da anni il Dizionario di tecnologie avanzate per la difesa (edizioni Murzia) di Mario Dearcangelis e Alberto Dearcangelis, in cui si parla di armi a radiofrequenza: i primi esperimenti sarebbero stati fatti in Russia per disturbare il cervello umano, con i risultati contrastanti di sonnolenza ed agitazione, euforia e depressione, ecc. Nel libro c’è un elenco sistematico di questo tipo di armi, in cui schematicamente si parla anche degli ultrasuoni di cui Bassetti denuncia essere vittima.

FONTI : http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/Sembra%20fantascienza3-ultimo.htm    Maurizio Bassetti bersaglio di torture elettroniche

INTERVISTA A MAURIZIO BASSETTI VITTIMA DI TORTURE TECNOLOGICHE  

Michele_Fabiani

18 AGOSTO 2008   A cura di Michele Fabiani

(L’intervista è un’anticipazione del dossier in preparazione sulla tortura tecnologica e il controllo mentale in Italia)


Maurizio Bassetti ha lavorato alla Camera dei Deputati dal 1979 al 1996. Negli ultimi anni da economo denuncia alcune gravi truffe, le sue denunce finiscono anche nei giornali. Una volta in pensione comincia a subire furti e aggressioni in casa da parte di sedicenti appartenenti ai servizi segreti. Si sente spiato e assume alcune agenzie investigative con il compito di controllare chi, a sua volta, lo segue. Vengono individuati dipendenti del SISDE, delle forze armate, o loschi personaggi che entrano ed escono dalla questura, in un caso si tratta di un noto spacciatore romano. La tragedia inizia nel 2004 quando comincia a subire la tortura tecnologica. Oggi è membro dell’Associazione vittime armi elettroniche e mentali, il suo è uno dei casi più concreti e dimostrabili: dichiara di subire scosse elettriche provocate dall’emissione di onde ad ultrasuoni, strumenti facilmente acquistabili che negli USA verrebbero usati anche come pistole “scaccia cani”. E’ un esempio drammatico di quanto siano capaci gli organi repressivi dello stato, che mette seriamente in dubbio la possibilità della libertà in Italia.
D: Non sei stato sempre economo a Montecitorio?
R: No, ma le cose più interessanti avvennero quando ero economo.

D: Era il periodo di Tangentopoli…
R: Io e un mio collega ci eravamo illusi di poter fare una piccola Tangentopoli anche a Montecitorio. L’unico appoggio che abbiamo trovato è stato solo da parte dell’onorevole Galasso, il famoso avvocato eletto con il gruppo della Rete. Lui lavorava a livelli più alti, noi fornivamo le informazioni di base. Egli si interessò di alcuni palazzi acquistati dalla Camera a dei prezzi esageratamente alti. Ricordo un caso particolare in cui la Camera acquistò un palazzo a 120 miliardi dal Banco di Napoli. Era evidente che dei soldi ritornavano ai partiti. Da sottolineare il fatto che la Camera dei deputati, in quanto organo costituzionale, non può essere controllato per evitare di subire influenze.

D: Finanziamenti ai partiti?
R: Si. La nostra ipotesi era che siccome i partiti si finanziavano con questi investimenti, in cambio pagavano e permettevano ai dipendenti di rubare, così da solidificare il livello di omertà. Le mie denunce riguardavano in gran parte i dipendenti. Io ricordo che da economo finanziavo circa 20 miliardi l’anno e gran parte ne sparivano.

D: Quale effetto ebbero le denunce?
R: Sulle mie denunce vennero fatte due commissioni di inchiesta parlamentare, con mia soddisfazione. La soddisfazione calò quando Galasso non venne rieletto e gli atti vennero secretati. Apparentemente, comunque, avevo vinto e i personaggi più compromessi vennero cacciati.

D: Un partito in particolare?
R: Un partito in particolare che mi deluse fu il PDS, o PCI ora non ricordo bene cosa fossero, insomma gli attuali DS. Ebbero concretamente l’occasione per scoperchiare il tutto, ma evitarono di farlo per impedire che lo scandalo li coinvolgesse. Siamo dovuti andare allo scontro frontale da soli.

D: Non è facile.
R: Si, anche perché io ero uno dei dipendenti più a sinistra e qualche anno prima vennero scoperti dei dipendenti che erano membri delle BR. Quindi c’erano molti controlli e forse temevano che anche io fossi un infiltrato che spiava i politici. Solo così mi spiego tanto accanimento contro di me anche ora.

D: Quando sei andato in pensione doveva finire tutto?
R: Io sono andato in pensione nel 1996, mi sono dedicato alla fotografia e non mi sono più preoccupato di questa faccenda.

D: Quando si è verificato il primo episodio?
R: Nel giugno 2001, subito dopo la vittoria del centrodestra. Non so se è un caso, c’è un minimo di speranza in me ora che ha vinto il centrosinistra. Non che io abbia alcuna fiducia verso la sinistra, so che sono totalmente immischiati.

D: Cosa è successo?
R: Il 13 giugno ho avuto uno strano furto. Sono riusciti ad entrare senza forzare le porte blindate, come se avessero una copia delle chiavi. Poco dopo, il 3 luglio, ho avuto l’episodio più grave: ho trovato a casa tre energumeni incappucciati probabilmente con delle calze, mi hanno sbattuto a terra e mi hanno incerottato con del nastro da pacchi, mi hanno preso a calci e mi hanno chiesto la chiave di una cassaforte. Si sono subito qualificati come agenti dei servizi segreti. Cercavano prove e documenti, hanno anche minacciato di colpire mio figlio. Io ho riportato una frattura allo sterno per i cazzotti.

D: Strano atteggiamento quello di un membro dei servizi segreti di qualificarsi spontaneamente come tale.
R: Infatti credo sia una copertura. Un modo per rendere i servizi non sospettabili e lasciarli a dirigere gli attacchi. I tre energumeni non credo proprio siano stati degli agenti. Io so chi è uno dei tre, ma non ho le prove: si tratta di un piccolo delinquente, uno spacciatore di droga.

D: Quando se ne sono andati?
R: Dopo avermi trattenuto per un’ora, a mezzogiorno, quando la ragazza delle pulizie ha suonato alla porta. Praticamente mi ha salvato. Questa persona li ha visti in faccia quando mentre uscivano di casa. Pensa che lei non è nemmeno stata contattata dalla polizia per identificare i rapinatori.

D: Poi cosa è successo?
R: Ora mi rendo conto di essere stato sotto sorveglianza, mi filmavano, ero seguito da personaggi che si sono ripetuti negli anni. Ho avuto piccoli furti e danneggiamenti, una volta in particolare mi hanno danneggiato la caldaia e ho corso il pericolo di morire soffocato.

D: Non hai pensato di fare una denuncia per tentato omicidio?
R: Si ma tanto non servono a nulla le denuncie. Essendo contro ignoti non hanno effetto. Come posso dimostrare di non essere stato io a fare i danni per manie di protagonismo? In ogni caso non credo si fosse trattato direttamente di un tentativo di omicidio, anche se in quella occasione rischiai seriamente di perdere la vita. Con i mezzi che hanno avrebbero potuto uccidermi in mille modi. Credo piuttosto che vogliano spaventarmi.

D: Continuiamo…
R: Ho avuto una serie di questi episodi. Ricordo in particolare un furto in un mio box dove hanno portato via carte e materiali del lavoro a Montecitorio. Poi ho provato più volte a cambiare casa, ma queste cose si ripetevano lo stesso. Con agenzie private abbiamo ricostruito che dietro potrebbero esserci personaggi dei ROS e del SISMI. Ho dei filmati in cui abbiamo effettuato dei contropedinamenti e una delle persone che mi segue è proprio un dipendente del SISMI. Pensa che oggi al piano di sopra del mio appartamento c’è un albergo dove vive sempre la stessa persona, la quale sembra non lavori mai e passa il tempo a controllarmi, mentre al piano di sotto ci vive un carabiniere con una donna. Una volta, non sopportando più la tortura di cui sono vittima, ho perso la pazienza e sono andato al piano di sopra, nella camera di albergo in cui secondo me c’è qualcuno che mi spia, ho preso un treppiede e gli ho spaccato la finestra. Nella casa c’era sicuramente qualcuno, la luce era accesa. Immaginavo sarebbero venuti a protestare…invece si sono limitati a spegnere la luce e sono rimasti in silenzio. Non è il normale comportamento di chi gli viene danneggiata la finestra di casa, ne tanto meno è il normale atteggiamento che un albergatore ha nei confronti della sua proprietà quando viene danneggiata. Non ho ricevuto alcuna protesta. E’, secondo me ,una prova della loro malafede.

D: Parlavi di filmati e prove. Tutto questo sarebbe emerso dai contropedinamenti?
R: Da questi pedinamenti nei confronti di chi a sua volta mi pedinava, effettuati da agenzie investigative private alle quali mi sono rivolto, sono uscite altre cose molto interessanti: ho un filmato in cui alla stazione ci sono tre tipi, uno dei quali mi riprendeva con una telecamera che poi è andato in Questura. La cosa più stupefacente è lo straordinario impegno di mezzi e costi usati contro di me.

D: Quando è cominciato la cosiddetta “tortura tecnologica”?
R: Verso l’estate del 2004 sono cominciati gli ultrasuoni, una cosa che in principio mi ha particolarmente terrorizzato. Mi sono fatto una cultura, nel tempo, degli ultrasuoni, so che possono passare muri e porte. Sono mezzi che si usano in medicina per sciogliere i calcoli renali, o li usano contro i piccioni o contro gli stormi; vengono usati anche agli occhi per rimuovere la cataratta e molte altre applicazioni ancora…

D: Cosa senti?
R: Ci sono due tipi di reazioni, in genere, che subisco: con l’ultrasuono le piastrine e le particelle di ferro vengono attratte e provocano una forte fitta; oppure possono essere più diffusi e si sente una sorta di calore che aumenta fino al dolore. Il peggio è quando si soffermano sui testicoli e su altre parti delicate del corpo. Ultimamente sembra che vada un po’ “meglio”. O sono io che mi sono abituato o loro che hanno imparato a gestirli. Questa tecnica la usano in particolare la notte per svegliarmi.

D: Tutto ciò si verifica solo dentro casa?
R: In principio erano portati a farmelo ovunque. Dovrebbe trattarsi di apparecchi piccoli e maneggevoli. Forse era un modo per farmi capire che potevano raggiungermi ovunque. Recepito il messaggio sono passati ad attaccarmi in particolare a casa. Ora mi sono fatto costruire un apparecchio, una sorta di calamita che attira gli ultrasuoni e evita che mi cadano addosso.

D: Come hai fatto a scoprire che quelle scosse era in realtà provocate da ultrasuoni?
R: Sempre con le agenzie private. Hanno fatto venire a casa degli esperti che hanno misurato il tasso di elettricità nell’appartamento. Indirettamente ho avuto la conferma anche dal fatto che l’apparecchio che mi hanno dato funzionava.

D: Come fanno a coinvolgere solo te e non colpire altre persone? Come fanno a guidare le emissioni?
R: E’ come per un’arma. Ora dire una pistola è banale, ma per farti capire. In internet ho trovato chi vende questi prodotti, in america vengono usati contro i cani. Quando ci sono altre persone in casa questi episodi non si verificano, credo che mi controllino molto spesso. Capita però che quando sto fermo in una posizione riescono a colpire solo me evitando gli altri.

D: Perché avrebbero scelto proprio te? Solo come vendetta delle denuncie alla Camera?
R: La cosa che non capisco è proprio perché ce l’hanno con me. Alla fine non mi occupo di politica da decenni. Forse credono che io sappia più di quanto so, e in questo caso hanno preso un grosso abbaglio, oppure con l’11 settembre, con il pretesto della guerra al terrorismo, si permettono di usarci tutti come cavie…

D: Non c’è nessuno che possa vigilare? Nessuno che possa indagare sull’attività dei servizi segreti?
R: Secondo la nostra associazione anche a sinistra c’è molta convivenza. Il Manifesto e Liberazione non dicono quasi mai nulla, Dorigo ipotizza che il suo microchip sia stato impiantato nel 1996, con il centrosinistra al governo in Italia e per anni in seguito è stato Ministro della Giustizia Diliberto, segretario del PdCI, inoltre i deputati della sinistra fanno parte delle commissioni di controllo sui servizi, come possono non sapere nulla?

Michele Fabiani
FONTE : ANARCHAOS.ORG

Tso illegali a Torino

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Buongiorno, mi chiamo Giampiero e vivo a Torino. Vorrei segnalare un caso di malasanità molto grave che mi vede protagonista. Per farla molto breve (nel caso, sono a disposizione per qualunque domanda e approfondimento), nel 2004 la mia famiglia è riuscita, con affermazioni non vere e mai verificate dai medici, a farmi avere una diagnosi di disturbi paranoidi e numerosi t.s.o. del tutto immotivati e illegali (le ultime volte sono stato preso nel sonno), nel reparto psichiatrico dell’ospedale Giovanni Bosco di Torino, già teatro in passato di altri gravi eventi ai danni di altri pazienti. La mia salute psichica e fisica è stata irrimediabilmente danneggiata dai loro farmaci, a cui io sono sempre e irriducibilmente stato contrario, datimi sotto coercizione fisica o tramite violenze psicologiche (ho anche diverse registrazioni a riguardo). Non riesco più  a lavorare, qualunque cosa faccia mi stanco subito. Sono stato sequestrato in diverse comunità psichiatriche, senza che fossi tenuto a starci legalmente. Ho tentato di fare qualcosa contro questi medici, ma sono super protetti da legge e polizia; anche nel caso si riesca ad arrivare al processo, disponendo di capitali ingenti per le spese legali, solitamente non si riesce ad andare oltre la sentenza civile, come nel caso del suicidio di “Maria”, giovane donna dimessa nel 1994 dal reparto psichiatrico dell’ospedale Martini, e suicidatasi due giorni dopo a causa del Serenase somministrato in alti dosaggi. Da più di un anno sono anche oggetto di un processo penale, di cui è stata fatta una sola udienza a novembre del 2012, a seguito di nuove calunnie della mia famiglia, e senza ancora che sia stato provato colpevole o innocente mi è stato interdetto l’acceso a casa. Ora dormo in un dormitorio psichiatrico poche ore a notte (sono continuamente tartassato e vessato,anche con stalking di vario tipo,per quanto possa sembrare strano…) non riuscendo a permettermi altro, sopravvivo psicologicamente grazie all’aiuto di amici (forse l’unica cosa che mi rimane, che possono provare che la diagnosi è totalmente infondata, io ho sempre avuto una normale vita sociale, sono aperto e comunicativo con tutti, e in tutta la mia vita non ho mai messo le mani addosso a nessuno,non voglio farmi il santino ma non so cosa fare…); vorrei recuperare un po’ di pace e tranquillità. Grazie a tutti per l’attenzione e la pazienza.

Giampietro

FONTE : http://www.reset-italia.net/2014/03/24/tso-illegali-torino/

Protetto: SPIONAGGIO MILITARE – SEGRETO DI STATO

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LA TORTURA INVISIBILE

Dietro le sbarre

Ciao Tiziana,

ho letto la tua testimonianza sul web e ho deciso di scriverti.

Mi chiamo xxxxxx , ho 53 anni e vivo a xxxxxx .
Da qualche anno sono vittima di questo orribile sopruso.
E’ iniziato quando ancora vivevo a xxxxxx  in provincia di xxxxxxx.
Ora sono tornata a xxxxxx , la mia città d’origine, da qualche mese e purtroppo le violazioni continuano pesanti e terribili.
E’ iniziato in forma leggera e via-via si è trasformato in un vero e proprio incubo; è diventato tutto più pesante, doloroso e insostenibile, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Io vivevo con il mio compagno da quasi 30 anni, anche lui veniva violato, ma all’inizio il tutto assumeva forme di violazione leggere e meno invasive, tanto da venire scambiate per normali disturbi. Poi per me è aumentato tutto a dismisura, e come succede in questi casi, come ho preso coscienza del fatto e di cosa si trattava veramente, è iniziata la vera persecuzione. Hanno cercato e sono riusciti a isolarmi facendo credere che sono una disturbata, e che immaginavo tutto, sono stata perseguitata in vari modi, con diffamazioni, scherzi pesanti e cattiverie anche a livello sociale. Anche il mio compagno purtroppo, è caduto nella trappola (convinto secondo me anche dalla manipolazione mentale che ha subito), e travolto dai fatti negativi, dalla paura e dall’ impotenza, ha deciso di lasciarmi. Noi venivamo violati e disturbati soprattutto durante i rapporti sessuali e nei momenti di intimità, oppure (nel mio caso) quando mi lavavo o cambiavo, e questo succede ancora adesso. Con me c’è stato anche il tentativo di indurmi al sesso virtuale e ti assicuro che è stata una esperienza assolutamente raccapricciante!! Le violazioni nel mio caso sono tante, frequenti e varie; violente scariche inguinali che provocano irrorazione forzata, dolore e bruciore, impulsi che provocano spasmi improvvisi e involontari e questi si verificano sempre all’inguine ma anche nelle braccia e nelle gambe. Forte sibilo all’orecchio destro e colpi sonori, violenti e dolorosi all’orecchio sinistro. Avverto sempre nelle orecchie talvolta anche violenti lampi di dolore e un senso di pressione forte che assomiglia a quello che si percepisce quando si cambia altitudine. Poi mi provocano forti e improvvisi rialzi termici in tutto il corpo, che provocano nausea e senso di oppressione. Avverto anche lampi di luce fluorescente disturbante, questo quando sono a letto, al buio e sono avvertibili chiaramente anche ad occhi chiusi. Quando attivo il cell, il pc o anche altri elettrodomestici spesso avverto scariche (tipo scariche elettriche) soprattutto all’inguine (la zona dove mi colpiscono di più). Ho potuto capire chiaramente che, purtroppo, riescono a inserirsi perfettamente nel senso dell’udito e della vista (credo con quei programmi di manipolazione mentale SQUAD o SSSS) e possono così facilmente vedere quello che io vedo e sentire quello che io sento, e si divertono a farmelo capire comunicando con me continuamente con impulsi corporei. Grazie a questo sistema (ho saputo che possono violare in questo modo anche attraverso il sistema digitale delle tv di ultima generazione usando tecnologia HAARP con onde che provengono da torri GWEN). Con me e il mio compagno riuscivano ad attuare anche una vera e propria violazione sessuale, di tipo pornografico…, attraverso il mio sguardo vedevano lui e viceversa. Con me ora insistono sempre con disturbi e violazioni soprattutto a sfondo sessuale, provocando naturalmente ancora più angoscia e paura, oltre che un dolore sempre più intenso a causa della frequenza e della potenza di queste scariche. Sono stata isolata completamente (come per altre vittime, sono riusciti a fare in modo che io non sia creduta e ogni volta che cerco sostegno o aiuto, non vengo considerata), sono stata ostacolata anche al pc..o durante alcune comunicazioni telefoniche e fanno in modo da rendermi sempre più difficile la vita sociale, mi disturbano pesantemente anche quando sono con gli altri, ma in ogni caso in questa situazione per me interagire con gli altri è diventato sempre più difficile. Le mie condizioni fisiche sono sempre peggiori; violenti mal di testa, capogiri, nausee, naturalmente grande difficoltà a riposare decentemente, una forte perdita di energia e chiaramente un disagio psicologico terribile e devastante. Sono riusciti a divertirsi, in certi periodi, provocandomi delle improvvise perdite di memoria, o degli stati di confusione e di forte disagio emotivo; io percepivo benissimo che venivano indotti, ma purtroppo sono incontrollabili e ci si ritrova impotenti. Sono sull’orlo della disperazione e per me vivere in queste condizioni diventa ogni giorno più difficile e doloroso, non so quanto riuscirò a resistere ancora…
Sono in contatto con altre vittime; ho sentito Giovanna, Dorigo, mi sono sentita con alcuni di varie associazioni ecc..
Purtroppo i vari tentativi nel cercare almeno di migliorare le mie condizioni sono tutti falliti…, volevo scriverti questa mia testimonianza con la speranza che tutte le info riguardanti questo tipo di stalking possano servire, sia per conoscere meglio questo orrore e soprattutto per cercare di ‘risvegliare’ più coscienze possibili su questo argomento, affinché possa venire finalmente preso in considerazione e perché sia possibile in un prossimo futuro (spero!!) affrontarlo e fermarlo.
Mi pare di capire che uscire da questo incubo sia praticamente impossibile.., mi auguro almeno che le nostre testimonianze (e le nostre esistenze devastate) possano servire per riuscire il più presto possibile a trovare delle soluzioni e per  fermare questo stalking così terribile e si spera, per fare in modo che ci siano sempre meno vittime. Al solo pensiero che altre donne possano subire quello che ho subito e che sto subendo io, provo una angoscia indescrivibile!!
Spero davvero che questa mia testimonianza possa in qualche modo essere utile in questo senso.
Un carissimo saluto e un augurio di buone giornate.
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