Protetto: MARESCIALLO ANTONIO CAUTILLO : IL CORAGGIO DI DENUNCIARE-2016-Alamari e corna

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NEUROSCHIAVI – PAOLO CIONI

 

NEUROSCHIAVI

Marco Della Luna – avvocato, esercita da anni la professione forense. Laureato in psicologia a Padova è inoltre studioso di strumenti psicologici, economici e giuridici di dominazione sociale.

Collabora con riviste come Tema, Il Consapevole, Nexus, Il Popolo, per cui ha scritto numerosi articoli, quali Magia ingegneristica; La Casta dei Pupi e le Banche dei Pupari; Debunking: fini, presupposti, metodi.

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Marco Della Luna è coautore insieme ad Antonio Miclavez del bestseller Euroschiavi: la Banca d’Italia, la Grande
Frode del Debito Pubblico e i Segreti del Signoraggio (Arianna Editrice).
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Paolo Cioni – Psichiatra di impostazione neuroscientifica, responsabile di un servizio di salute mentale presso la ASL Firenze, è docente alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria di Firenze, nonché consulente tecnico del
Tribunale. Ha lavorato nelle carceri e negli ospedali psichiatrici.

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Paolo Cioni presenterà il suo ultimo libro “Neuro-schiavi – Tecniche e psicopatologia della manipolazione politica” co-scritto con Marco Della Luna. Un lavoro riconosciuto in Italia da molti esperti nel campo delle neuroscienze.

Allo stesso modo un “Piccolo trattato sulla manipolazione “, ha il vantaggio di illuminare il maggior numero di persone sui meccanismi del cervello e attirare l’attenzione sulle sue debolezze per miglioraci e proteggerci dal potenziale della manipolazione. Un libro di utilità pubblica.

Gli strumenti attraverso cui l’uomo viene dominato e sfruttato sono essenzialmente di tre tipi: giuridici, psicologici ed economici. Conoscerli è condizione per diventare liberi e coscienti. Siete pronti a mettere di nuovo in gioco ogni vostra certezza? In uno scenario dove libertà e consapevolezza sono sempre più minacciate, è indispensabile conoscere gli strumenti che le attaccano. “Neuroschiavi” ha questo scopo. Il libro descrive i meccanismi di condizionamento adoperati nella storia – dal plagio religioso alla propaganda politica, dal marketing e pubblicità fino al controllo elettromagnetico integrando il piano psicologico con quelli neurofisiologico e sociologico, ponendosi l’esigenza di studiare, comprendere e contrastare l’opera di tali mezzi, a tutela della libertà e del (possibile) benessere proprio e altrui.

Paolo Cioni, docente di psicopatologia, ex capo del servizio di salute mentale con l’ASL di Firenze, insegnante presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria di Firenze. E ‘autore di numerosi trattati, nonché di psicologia e psichiatria monografie. Egli è anche il co-autore, con Marco Della Luna, Neuro-Slave. Tecniche e psicopatologia della manipolazione politica, economica e religiosa.

https://books.google.it/books/about/Neuroschiavi_Liberiamoci_dalla_manipolaz.html?id=CcCAMAEACAAJ&source=kp_cover&redir_esc=y

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http://www.unilibro.it/libro/cioni-paolo/paranoia-leadership-fallimento-rivincita-psicopatia-psichiatra/9788854875432

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MARESCIALLO ANTONIO CAUTILLO : IL CORAGGIO DI DENUNCIARE-2015

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Il maresciallo Antonio Cautillo aveva denunciato abusi da parte di commilitoni. Vive un inferno kafkiano da 23 anni. Inutili appelli ai ministri della Giustizia e della Difesa.

Qualcuno doveva aver calunniato Cautillo perché, una mattina, senza che avesse fatto nulla di male, iniziò un processo contro di lui.

LEGGI TUTTO : https://italiaparla.wordpress.com/2014/01/23/maresciallo-antonio-cautillo-il-coraggio-di-denunciare/

OTTOBRE 2015

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10842

Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 508 del 22/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: COZZOLINO EMANUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/10/2015
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 22/10/2015
Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10842

presentato da

COZZOLINO Emanuele

testo di

Giovedì 22 ottobre 2015, seduta n. 508

COZZOLINO. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
il settimanale Cronaca Vera in data 12 maggio 2015 ha pubblicato l’articolo intitolato «Mi hanno maltrattato in ogni modo» e così ha sintetizzato la vicenda: «Nel corso di un’inchiesta da lui curata, un suo superiore fu indagato per omissioni di atti d’ufficio. È stato forse questo episodio a scatenare nei confronti del maresciallo Antonio Cautillo (vedi Cronaca Vera n. 1961) quella che lo stesso militare definisce una “rappresaglia senza fine”, iniziata nel 1990 e ancora in corso, che ha sottoposto Cautillo a decine di procedimenti disciplinari e penali. Il calvario è iniziato con una graduale emarginazione che si è trasformata ben presto in rapporti sempre più esasperati con superiori e colleghi, fino ad arrivare a boicottaggi, minacce ed altre azioni che Cautillo ha sempre considerato illegali. “Ho sempre denunciato le minacce che, di volta in volta, ho ricevuto”, racconta. “Perseguire i reati è sempre stato il mio compito e l’ho svolto senza compromessi. Proprio per non essere rimasto in silenzio di fronte a gravissime situazioni di cui sono stato testimone, ho subito di tutto: procedimenti disciplinari, punizioni, trasferimenti coatti, continue umiliazioni. A tutto questo si sono aggiunte le denunce nei miei confronti per ipotetiche mancanze in servizio: disobbedienza aggravata e continuata, falsità ideologica, diffamazione, abuso d’ufficio, insubordinazione con ingiuria. Nonostante tutto questo, resisto e resto in servizio. Mi sono opposto a qualsiasi tipo di provvedimento emesso dai miei superiori. Recentemente, per aver documentato un’ingiusta punizione subita, al mio curriculum si sono aggiunti altri due giorni di consegna: per me vale più di un encomio”. VICENDA ALLUCINANTE. In due esposti inviati al ministero della Difesa, il maresciallo definisce “gerarchi” tre superiori. Basta questo per beccarsi una nuova denuncia per diffamazione, l’ultima di una serie di disavventure nel suo disperato tentativo di difendersi da quello che lui percepisce come un vero e proprio accerchiamento. Un noto generale, oggi in pensione, l’aveva preso proprio di petto. “Dopo essere stato assolto da una delle tante accuse di diffamazione fui punito con 10 giorni di consegna di rigore, poi venni sanzionato ‘per aver svolto con apprezzabile continuità attività sindacale’. E infine punito con tre mesi di sospensione dal servizio, dopo un’altra sentenza di assoluzione. Tutti dati in possesso del ministro della Giustizia, che fa finta di niente. Ho subito trattamenti crudeli, inumani, degradanti per mole, ripetitività e durata delle accuse rivolte nei miei confronti. Sono stato costretto a difendermi in 16 processi penali. Tutti questi provvedimenti possono sembrare ineccepibili perché emanati da persone in divisa, ma proprio chi dovrebbe difenderti spesso ti pugnala alle spalle”. Quel generale era amico dell’ex suocero di Cautillo e, infatti, anche nella vita privata il maresciallo è stato al centro di un’altra vicenda allucinante. Dopo un matrimonio in pompa magna, la moglie lo lascia, andandosene con la figlia e ottenendo sia l’annullamento della Sacra Rota per “costrizione morale”, sia l’assegno di mantenimento. Un’altra vicenda che si trascina a lungo nelle aule di giustizia. NESSUNA RISPOSTA. Come se non bastasse, oltre a tutto questo, il maresciallo Cautillo ha dovuto far fronte alle conseguenti cause di pignoramento di beni immobili di cui non era neanche più proprietario e al blocco dello stipendio, sostenendo numerose udienze senza avvocati difensori. “Gli stessi individui da me segnalati mi hanno privato di importanti incentivi concessi a tutti, come il premio di produzione e l’indennità di funzione. Se sei accusato e poi ti assolvono non ti chiedono scusa: ti puniscono, ti bloccano la carriera e, in branco, tentano di licenziarti. Finisci tu stesso sotto accusa”. Sul caso Cautillo sono state presentate 15 interrogazioni in Parlamento, 41 esposti al ministero della Giustizia e 30 al ministero della Difesa. Senza alcuna risposta esaustiva. Della questione sono state investite anche le istituzioni europee. “Sono un sopravvissuto, nessuno può resistere a tutto questo. Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata nel nome della giustizia e sotto lo scudo della legge da poteri intoccabili. Con la consapevolezza che questa battaglia giudiziaria e disciplinare capovolta possa andare avanti a vita. Anche questo governo, come i precedenti, non difende chi denuncia la corruzione, protegge le caste militari e giudiziarie, si trincera dietro silenzi e omertà. Ho scritto a tutti, anche alla presidenza del Consiglio, segnalando dove andavano i miei superiori utilizzando l’auto di servizio, con chi s’incontravano e quali tipi di scambi avvenivano. Nessuno è mai intervenuto”»;
il maresciallo sulla vicenda ha sinora presentato 44 esposti al Ministro della giustizia, da cui risulterebbero inquietanti profili meritevoli di approfondimento;
nell’esposto n. 44 inviato al Ministro della giustizia il 25 settembre 2015, atto emblematico e divenuto di dominio pubblico, il carabiniere ha denunciato di essere vittima di ripetuti episodi di malagiustizia;
sulla vicenda che riguarda il militare, sono stati presentati 3 precedenti atti di sindacato ispettivo (4-02661, 4-01366 e 4-00975) al Senato che ad oggi non hanno ricevuto risposta, così come i numerosi atti di sindacato ispettivo presentati nel corso della XVI legislatura –:
se il Governo non ritenga opportuno, affinché si faccia piena luce sulla vicenda, attivare le iniziative ispettive di competenza. (4-10842)

Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trattamento crudele e degradante

delitto contro la persona

istituzione dell’Unione europea

LINK ORIGINALE : http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4%2F10842&ramo=CAMERA&leg=17

LE MIE MOLESTIE ELETTRONICHE, ABUSI E SPERIMENTAZIONE

Sono Elena di Firenze, sono vittima dI gang stalking e molestie elettroniche con armi ad energia diretta, da molto tempo, ma in una maniera bestiale e atroce, da vedere la morte con gli occhi. Iniziò nel 2007, come conseguenza ad un diverbio con la condomine di origine russa che abita nell’appartamento di sopra. In Italia il 25% dei casi di stalking rappresentano lo  “stalking condominiale”,è ciò che ho letto nel sito della polizia. Segue la procedura internazionale, vado alla Polizia nel febbraio 2011, dove sparisce la mia denuncia e la chiavetta con le prove, dopo un mese mi chiama una psichiatra, che cerca di costruirmi un profilo schizofrenico, della sua terapia ho preso una sola pasticca, mi sono resa conto subito che si trattava di una ridicola messinscena . Ho saputo all’estero del mio nuovo profilo montato dalla Polizia italiana  “devo andare immediatamente dal dottore”, anche questa , una procedura internazionale…

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Ora io dico — VERGOGNA AI MILITARI E AI POLIZIOTTI COINVOLTI NELLA TORTURA, SIETE DIVENTATI BESTIE, ANDATE A CURARVI, AVETE PERSO IL SENNO !!

Quando ho visto veicoli utilitari militari correre dopo di me, ho pensato che  doveva esserci un terrorista  vicino a me, che centro io? ! io sono una pensionata insegnante di matematica al liceo, in Romania. Mi interessa viaggiare con pocchi soldi, niente altro.

Cattura di schermata (14)

I miei video sono modificati, alcuni anche dall’ inizio, mentre salvo il titolo, la miniattura, salvare dura ore e ore, una volta sono stata dall’undici di sera fini alle 4 di mattina, e la procedura non era ancora finita, sono in network con i perpetratori;in tutto questo tempo i video sono stati anche criptati .

Ho radunato in un video 50 fotografie, tratte dai video da me effettuati, foto-document che dimostrano l’esistenza e l’effetto delle armi ad energia diretta sul mio corpo, in casa e nella strada. Buona visione: https://youtu.be/qGCx_5haJhU ELENA BROBONEA TI, ebrobonea@gmail.com

L’immagine è più forte della parola, il solo modo per far conoscere al mondo queste atrocità commesse in questa era è far vedere !

Raccogliate prove: fare ogni sforzo per raccogliere la più possibile quantità di prove di molestie elettroniche!

Smile, you are being watched!

Souriez, vous etes espionnés!
Sorridi, sei spiato!
Espionnés, fara z!
Elena

ARMI NON LETALI ED ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA “CONVENZIONALI”: la guerra nell’era della “globalizzazione”

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V.F. Polcaro
Senior Scientist
CNR-IAS
Area di Ricerca Roma-Tor Vergata
e-mail: polcaro@saturn.ias.rm.cnr.it

Premessa

    Questo lavoro è stato scritto un anno fa, in occasione del Convegno “Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre” del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra, tenutosi al Politecnico di Torino nel giugno 2000, i cui atti sono reperibili nel libro: M. Zucchetti (a cura di), “Contro le nuove guerre”, Odradek, 2000.
Dopo quella data, sono stati resi disponibili nuovi dati in aggiunta a quelli sui quali era basato l’articolo.
Per quanto riguarda le armi non letali, il bilancio degli Stati Uniti stanzia cifre considerevoli per il loro sviluppo, mentre alcuni modelli derivati dai prototipi descritti in questo lavoro sono ormai considerati operativi (in particolare per quanto riguarda i sistemi di barriere antiuomo a radiazione elettromagnetica ed ultrasonica).
Per quanto riguarda quelle che ho chiamato “armi di distruzione di massa convenzionali”, purtroppo tutte quelle descritte nel testo sono state impiegate nella recente guerra afgana dalle truppe USA e, per quel che riguarda le “bombe a grappolo” anche inglesi.
Se ne conoscono quindi ora maggiori dettagli ed in particolare: La “Cannoniera volante” descritta nel testo si e’ evoluta nell’ AC 130 U “Spooky”. Il nuovo modello, impiegato nella seconda fase del conflitto, si differenzia dal precedente nell’armamento, che ora e’ costituito da un cannone da 25 mm a canne rotanti, da un cannone da 40 mm anticarro e da un obice da 105 mm, tutti montati sul lato sinistro, in modo da poter tenere sotto il proprio fuoco un punto fisso sul terreno, mentre l’aereo gli gira intorno. E’ stata inoltre potenziata l’avionica e le contromisure per poter sostenere anche una certa, limitata, azione antiaerea ostile.
Nel conflitto afgano sono anche state usate almeno due bombe FAE, ora designate dalla sigla BLU-82 e dal nome in codice “Dasy cutter” (“Tagliamargherite”). Dell’ordigno sono state rilasciate alcune fotografie ed anche un breve filmato, che la vede sganciata da un C 130 (non dai B 52), e fatta discendere con un paracadute, in modo da non coinvolgere nell’esplosione (che avviene a circa 1 m da terra) l’aereo che la sgancia e di dare il tempo all’esplosivo liquido di mescolarsi con l’aria. I dati sulla sua potenza sono ancora abbastanza contradditori e sulla natura dell’esplosivo e’ stata riferita una composizione piuttosto incredibile (nitrato di ammonio, alluminio, idrogeno e ossigeno).
Fino a prova contraria, riteniamo quindi ancora validi i dati riportati in questo lavoro.

Riassunto

A partire dall’inizio degli anni ’90, lo scenario politico mondiale si e’ notevolmente modificato. In particolare, l’unica superpotenza sopravvissuta alla “guerra fredda” si e’ trovata nella necessita’ di disporre, oltre al suo arsenale militare prevalentemente concepito per combattere una guerra nucleare totale o guerre locali tradizionali, di armi che rendano possibile il controllo di territori spesso molto vasti ed abitati da una popolazione fortemente ostile e anche molto numerosa, ma male armata.
La risposta a questa esigenza e’ stato lo sviluppo di due categorie di armi che sono sempre esistite ma che hanno trovato nelle moderne tecnologie e nell’attuale situazione politica mezzi e ragioni di uno sviluppo impensabile sino a pochi anni fa: le “armi non letali” e le “armi di distruzione di massa convenzionali”.
Vengono descritte, con il particolare riferimento alle guerre in Iraq, Somalia e Yugoslavia, le principali tipologie, le modalità e gli scopi, tattici e strategici, dell’impiego di queste armi.

Le armi non letali nel nuovo quadro politico

Da sempre, non tutte le armi, definite come oggetti atti a produrre un danno fisico ad un avversario, sono state progettate per uccidere. Infatti, la morte del nemico non è mai stata considerata in tutte le occasioni l’unica o la migliore conclusione di uno scontro.
Il laccio, le “bolas”, la rete, la frusta e lo stesso bastone sono armi non letali (o almeno non necessariamente letali) di origine antichissima e di uso assai frequente in tutte le culture, nelle condizioni più svariate nelle quali si è preferito fermare o disabilitare, piuttosto che uccidere, il nemico.
La necessità di armi non letali, delle quali dotare i corpi incaricati dell’ordine pubblico, si è fatta sentire maggiormente con lo svilupparsi della lotta di classe e quindi con il verificarsi di condizioni economiche e storiche nelle quali era da un lato necessario, per il potere costituito, fronteggiare masse umane ostili e notevolmente organizzate ma disarmate od armate di strumenti rudimentali mentre dall’altro era politicamente poco conveniente ed economicamente controproducente trasformare inevitabilmente gli scontri di piazza in massacri.
Nascono così tra la fine del XIX e quella del XX secolo lo sfollagente, l’idrante antisommossa, i gas lacrimogeni, le pallottole di gomma, il pungolo elettrico, il Myotron (dispositivo elettrico a contatto in grado di paralizzare la muscolatura striata, in dotazione alla Polizia di Stato dell’Arizona) come armi non letali d’attacco e tutta la panoplia di armi di difesa delle quali è ormai dotato qualsiasi corpo di polizia del mondo, indipendentemente dal maggiore o minore grado di democraticità del potere statale che difende.
Tuttavia, la guerra, intesa come scontro armato tra nazioni diverse, è rimasta sempre legata al principio che vince la nazione che è in grado di uccidere il maggior numero possibile di nemici, sicché l’armamento militare, dalle armi individuali a quelle di distruzione di massa, è stato, fino a pochissimo tempo fa, finalizzato sostanzialmente solo al massimo possibile di letalità.
L’attuale quadro politico ed economico si presenta però sotto molti aspetti inedito: per la prima volta nella storia moderna, il mondo è sostanzialmente dominato da un’unica nazione alla quale non se ne contrappone alcuna capace di presentarsi come un avversario in grado di “vincere”, almeno sotto il profilo strettamente militare e nel senso prima enunciato. Inoltre, l’economia mondiale è così strettamente collegata che appare difficile identificare regioni del pianeta nelle quali sia possibile produrre danni materiali che non si ripercuotano, più o meno direttamente, anche sull’economia della nazione dominante o su quella di nazioni ad essa strettamente collegate.
D’altro canto, questa situazione non si traduce certamente in migliori condizioni di vita per tutta la popolazione mondiale, ma anzi popolazioni sempre più numerose sono espropriate delle proprie risorse e del proprio lavoro in favore della potenza dominante e di coloro che ad essa si sono aggregati. Inevitabilmente quindi alcune nazioni tentano ed ancor più tenteranno in futuro di opporsi a questo “nuovo ordine mondiale”, anche con l’uso della forza. Tuttavia la repressione di questa opposizione, proprio per la sproporzione della potenza militare delle parti che si affrontano, non può configurarsi come una “guerra”, ma viene oggettivamente a configurarsi come una “operazione di polizia internazionale”, non dissimile concettualmente dall’intervento delle forze dell’ordine di una nazione contro una manifestazione di piazza che non si riesce a controllare pacificamente. E, come in questo caso, sarebbe ovviamente conveniente se si riuscisse a neutralizzare l’avversario senza ridurre lo scontro ad un massacro.
In queste condizioni, è naturale che negli USA si siano sviluppate e si stiano ulteriormente sviluppando, i più disparati tipi di armi da guerra non letali.

2. Le armi da guerra non letali operative.

Attualmente, solo due categorie di armi da guerra non letali sono in una fase operativa: le armi a colla e le armi laser. Ad esse devono naturalmente essere aggiunti svariati tipi di gas ed aerosol disabilitanti, che agiscono in base a diversi tipi di principi chimici e biologici e che sono ormai noti da decenni. Tuttavia, l’uso operativo di quest’ultima classe di aggressivi è drasticamente limitato dai trattati internazionali, che difficilmente possono essere indeboliti dato che ciò darebbe legittimità all’impiego di armi chimiche, cosa che certo non andrebbe a vantaggio di chi vuole controllare il mondo. Si descriveranno quindi nel seguito solo le armi delle prime due categorie.
2.1 Le armi a colla
Il “fucile lancia-colla” è in dotazione ad alcuni corpi di polizia metropolitana negli USA ed è stato usato dalle truppe americane durante l’operazione “Restore Hope” in Somalia nel 1995. Si tratta in pratica di un dispositivo ad aria compressa che spruzza fino ad una distanza di qualche decina di metri una colla rapida che, nel giro di alcuni secondi, solidifica bloccando completamente i movimenti di chi ne venga ricoperto. La vittima viene successivamente liberata cospargendola di un opportuno solvente. La colla è permeabile ai gas, anche dopo essere solidificata, sicché chi ne venga colpito può agevolmente continuare a respirare e le autorità militari garantiscono che sia la colla che il suo solvente sono completamente atossici. L’arma è però ingombrante, pesante, difficile da maneggiare e con un numero estremamente limitato di “colpi”. Inoltre, la sua gittata è corta e molto inferiore alla più scadente arma da fuoco della quale possa essere armato l’avversario. In pratica, essa non si è dimostrata di alcuna utilità.
Le “barriere adesive” sono invece costituite da bande di tessuto di fibra di vetro ricoperte di un potente adesivo che polimerizza quasi istantaneamente sotto un carico di qualche decina di kg. Fissate al suolo, bloccano, incollandoli al terreno, sia chi le calpesti a piedi che le ruote di un automezzo che tenti di attraversarle. Esse sono state concepite come alternativa “non letale” ai campi minati ed alle barriere di filo spinato per la difesa di aree delimitate di territorio e sono state usate dalle truppe USA in Somalia. Tuttavia, anch’esse si sono mostrate completamente inefficaci in quanto sono state neutralizzate dalle milizie somale spargendovi sopra sabbia o semplici fogli di giornale.
2.2 Le armi laser
Sono già stati sviluppati laser che possono accecare temporaneamente o permanentemente un uomo. In realtà, qualsiasi laser commerciale di potenza non trascurabile, puntato agli occhi di una persona, produce questo effetto. Un’arma laser è quindi solo un normalissimo laser dotato di una impugnatura capace di permetterne il puntamento verso il nemico. Naturalmente, accecare in modo permanente una persona si deve considerare più inumano che ucciderla e per questo motivo un trattato, firmato anche dagli USA alla fine del 1995, vieta lo sviluppo di armi laser che possano accecare permanentemente una persona. La convenzione non vieta però lo sviluppo di laser che producano un abbagliamento od una cecità temporanea. Il problema consiste nel regolare opportunamente la potenza e la frequenza del fascio, dato che la soglia che separa l’effetto temporaneo da quello permanente non è ben definita e probabilmente varia da persona a persona.
Negli USA è stato sviluppato un laser applicabile sotto la canna della carabina M16, che può emettere un brevissimo impulso di potenza adeguata a provocare l’abbagliamento dell’avversario. Anche questo tipo di arma è stato dato in dotazione al alcuni corpi statunitensi durante le operazioni in Somalia nel 1995, precedentemente alla firma della convenzione contro i laser accecanti. Tuttavia, il comandante dei Marines, per evitare il rischio di essere poi accusato di condotta di guerra inumana, fece regolare la potenza dei laser al minimo, in modo da usarli solo come dispositivo di puntamento per i più convenzionali (e decisamente letali) fucili di precisione.(Pasternak, 1997). Le truppe Russe sono state accusate di aver usato laser accecanti durante le operazioni in Cecenia, ma non è chiaro se invece non si sia trattato di incidenti, più o meno volontari, nell’uso di mirini laser regolati a potenza troppo alta.

3. Le armi non letali sperimentali

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3.1 Armi acustiche
Un fascio di vibrazioni ultrasoniche può trasportare una quantità considerevole di energia che può interagire con vari equilibri biologici del corpo umano. Fasci ultrasonici di opportuna frequenza possono mettere in risonanza gli organi dell’equilibrio, provocando vertigini o nausea, o l’intestino, provocando una incontenibile diarrea.
Un fascio ultrasonico può essere usato anche con il solo scopo di trasportare energia contro un bersaglio: è noto che gli scienziati nazisti avevano costruito un “cannone ultrasonico” in grado di abbattere un aereo. Il dispositivo fu replicato nel 1949 da un tecnico americano, Guy Obolensky, ma il Pentagono, che aveva già sperimentato dispositivi analoghi durante la Guerra, non fu interessato all’arma, in quanto non competitiva rispetto ad un tradizionale cannone antiaereo, più potente e molto meno ingombrante.
La società privata SARA, di Huntington Beach (California) ha invece sviluppato e sperimentato per il DoD statunitense un dispositivo chiamato “barriera ultrasonica” che emette intorno ad un’area localizzata fasci di ultrasuoni che provocano effetti sempre più gravi via via che ci avvicina alle sorgenti d’onda (Pasternak, 1997). La stessa ditta ha dichiarato di stare sviluppando diversi altri tipi di armi acustiche che saranno operativi entro dieci anni.
Ovviamente, la potenza di un’arma ad ultrasuoni, a differenza di quella di un proiettile, decresce con il quadrato della distanza dall’obiettivo ed è quindi inutilizzabile contro un nemico sufficientemente lontano.
3.2 Armi a radiofrequenza
Nel 1987 il Pentagono dichiarò che i sovietici avevano sperimentato un’arma capace di uccidere una capra ad un km di distanza con un fascio di radiazione elettromagnetica a radiofrequenza. Mancano riscontri oggettivi di questa affermazione, ma sicuramente il DoD statunitense stanzia fondi per ricerche in questa direzione dall’inizio degli anni ’60. Una sperimentazione (fallita) per un’arma di questo tipo fu anche svolta in Italia da Marconi per conto del governo fascista.
Recentemente Clay Easterly, un ricercatore della Divisione di Scienze Mediche degli Oak Ridge National Labs, una delle istituzioni di ricerca pubblica statunitense più attiva nella ricerca militare, ha presentato al Corpo dei Marines il progetto di massima un “fucile a radiofrequenza” capace di indurre attacchi di epilessia e di un “fucile termico” capace di indurre, per riscaldamento elettromagnetico, un innalzamento della temperatura corporea del bersaglio di due gradi, producendo effetti analoghi a quelli di una fortissima febbre (Pasternak, 1997).
Lo sviluppo di questo tipo di armi appare però problematico, data la grande potenza dell’emissione elettromagnetica richiesta. Inoltre, la focalizzazione di radiazioni a radiofrequenza richiede intrinsecamente l’uso di antenne di grandi dimensioni e quindi di difficile maneggio e facilmente vulnerabili da parte di colpi di arma da fuoco sparati da distanze molto maggiori di quelle alle quali si può ragionevolmente sperare di ottenere un flusso di energia dall’arma con qualche effetto biologico.
Ad ogni modo, gli studi su questo tipo di armi continuano negli USA, tanto che l’USAF ha stanziato a questo fine 110 milioni di dollari per ricerche su queste armi nel 1996 (Pasternak, 1997).
3.3 Armi a bassa frequenza
Una radiazione elettromagnetica a bassa frequenza può stimolare l’emissione di istamina da parte delle cellule cerebrali e quindi indurre sonnolenza od anche un sonno profondo. E’ noto che studi di un’arma basata su questo effetto furono condotti dal Corpo dei Marines agli inizi degli anni ’80, ma non ne sono noti gli sviluppi.

4. I problemi delle armi da guerra non letali

Come abbiamo visto nell’introduzione, lo sviluppo di armi da guerra non letali sarebbe estremamente conveniente per la nazione che controlla l’attuale situazione mondiale, sicché non vengono risparmiate risorse economiche ed umane per questi progetti. Abbiamo però anche visto come questo obiettivo sia difficile da realizzare.
Le armi sviluppate sino ad ora sono ingombranti, scarsamente maneggevoli, efficaci solo a breve distanza. Inoltre, tutti i progetti che sono attualmente noti hanno prodotto prototipi di armi che non mettono in grado chi le usi di difendersi da un avversario armato di armi da fuoco tradizionali più potenti di una pistola.
Infine, le “armi non letali” possono essere più inumane delle armi convenzionali, esponendo chi le impieghi alla reazione della stessa opinione pubblica del proprio paese. Quindi, come è stato recentemente mostrato da Hertog (1998), che pure è favorevole allo sviluppo di questi strumenti bellici, le armi non letali pongono problemi politici, legali ed etici che debbono essere risolti prima che esse possano essere considerate operative, indipendentemente dalla soluzione dei problemi tecnici tuttora irrisolti.
Esse potranno quindi forse evolversi fino a fornire nuovi dispositivi antitumulto ma, a differenza del caso delle operazioni di ordine pubblico su scala locale, le cosiddette “operazioni di polizia internazionale” debbono affrontare eserciti dotati di armamenti spesso di tutto rispetto (anche se certamente non paragonabili come potenza a quelli che possono mettere in campo gli USA o la NATO), di addestramento a livello altamente professionale, oltre che di una motivazione ovviamente superiore a quello degli aggressori.

5. Le armi di distruzione di massa “convenzionali”

Per quanto abbiamo esposto in precedenza, per ora, e probabilmente per un lunghissimo periodo, le operazioni di polizia internazionale saranno condotte con il tradizionale fine di ogni guerra  : uccidere il maggior numero possibile di “nemici”. Tuttavia, una operazione di “peace keeping”, per poter continuare ad apparire giustificata agli occhi della propria opinione pubblica e rimanere compatibile con i vincoli di bilancio che l’economia moderna impone ad ogni amministrazione pubblica, deve potersi concludere rapidamente con una indiscutibile vittoria, con scarse perdite nelle proprie truppe, e non trasformarsi in una interminabile guerra “a bassa intensità”, come la guerra nel Vietnam. Il problema non è quindi solo quello di uccidere moltissimi (o anche tutti i) soldati dell’esercito nemico: questo era possibile già dagli inizi dell’epoca storica, con una adeguata potenza militare disponibile. Il problema è ora di riuscire a farlo abbastanza in fretta ed economicamente.
E’ quindi necessario colpire lo “stato terrorista” con la massima violenza possibile, con l’obiettivo teorico di infliggere un singolo “primo colpo disarmante”.
A parte la mistificazione delle “armi intelligenti” (Polcaro, 1999), è chiaro che lo strumento tecnicamente più adatto a questo scopo rimane l’uso di un arma nucleare tattica, più o meno della potenza della bomba di Hiroshima (20 kton). Tuttavia, la situazione politica internazionale non permette ancora questa soluzione ottimale del problema del “peace keeping” (Polcaro, 2000).
Tuttavia, alcuni sistemi d’arma “convenzionali”, cioè non compresi nelle categorie delle armi atomiche, biologiche e chimiche, impiegati negli ultimi conflitti (Guerra del Golfo, Somalia, Balcani) hanno capacità letali che dovrebbero, a parere di chi scrive, farli considerare tra le “armi di distruzione di massa”.
Se ne descriveranno nel seguito alcuni tipi già operativi.

Bombe FAE (Fuel – Air Explosive”)
Questo tipo di armamento aereo di caduta si basa sul principio delle “bomba Molotov”: una miscela stechiometrica di combustibile liquido ed aria, innescata in un contenitore ermetico con spessore adeguato, detona con una potenza esplosiva molte volte superiore a quella del tritolo. Questo tipo di esplosivo fu inventato nella Repubblica Federale Tedesca, verso l’inizio degli anni ’70, ed arma bombe da 2 t in dotazione all’USAF. Anche se mancano dati ufficiali precisi, la potenza di questi ordigni si stima in 2 kton, corrispondenti ad una bomba nucleare “da teatro”. Sono state impiegate contro le colonne di blindati irakeni in ritirata dal Kuwait. L’ingombro ne limita l’uso, che è possibile solo con il bombardiere strategico B 52. Data la vulnerabilità del vettore, sono impiegabili solo contro avversari con scarse capacità antiaeree.
Cannoniera volante
Si tratta di un velivolo da trasporto C 130 “Hercules”, modificato aprendo 4 portelli su ciascun lato della fusoliera. Da ognuno di essi, opera un cannoncino “Vulcan” da 30 mm a canne rotanti, con rapidità di tiro di 2000 colpi al minuto. Si stima che, intervenendo da una quota di 500 m su di un assembramento, sia in grado di uccidere 10000 persone in 5 minuti. E’ stato impiegato dall’USAF durante la campagna “Restore Hope” in Somalia nel 1995. Data la bassa velocità, la vulnerabilità e la bassa quota operativa, è impiegabile solo contro avversari completamente privi di copertura antiaerea.
Bombe a grappolo
Si tratta di contenitori da caduta, lanciabili da praticamente tutti i tipi di bombardieri, caccia-bombardieri e velivoli d’assalto. Dopo una breve discesa libera, la caduta del contenitore viene rallentata da un paracadute. A questo punto, il contenitore, al comando di un dispositivo barometrico, si apre, liberando un numero variabile da qualche decina a diverse centinaia di mine di varia potenza e tecnologia, che discendono a loro volta frenate da piccoli paracadute, disseminandosi su di una vasta area. In dotazione alla maggior parte delle aviazioni militari del mondo, ne è documentato l’uso da parte della RAF durante la Guerra delle Malvine del 1982 e di diverse aviazioni di paesi NATO durante la Guerra dei Balcani del 1999. Non vi sono problemi tecnici di tipo particolare al loro impiego. La capacità di distruzione di massa dell’ordigno non deriva dal singolo intervento, ma dal suo uso estensivo che produce ad ogni effetto un risultato analogo a quello delle mine anti-uomo, ormai vietate da una convenzione internazionale, disseminando il territorio nemico di milioni di mine che permangono letali, prevalentemente per la popolazione civile, anche molti anni dopo la fine del conflitto.

Conclusioni

La fine della “Guerra Fredda” e la dissoluzione del Blocco Orientale, al contrario di quanto avevano sperato molti pacifisti, non ha affatto posto termine alla violenza ed alla guerra. Anzi, i milioni di “morti virtuali” dell’epoca dell’equilibrio del terrore tra le due superpotenze sono stati sostituiti dalle centinaia di migliaia di morti reali nelle guerre che si sono verificate nell’ultimo decennio, perché la possibilità concreta di una parte di imporre il proprio dominio economico e politico sull’intero pianeta, anche ricorrendo all’uso della forza, resa prima impossibile dal rischio di una guerra nucleare non poteva e non potrà portare ad un mondo pacifico.
E’ dovere della comunità scientifica e delle persone di cultura contribuire a far divenire coscienza comune l’idea che la pace nasce solo dalla prevenzione dei conflitti, tramite accordi che risultino accettabili ad entrambe le parti, non dalla vittoria di una parte o dal possesso di armi che possano imporre la pace: il sogno di Nobel ed Einstein dell’ “arma che ponga fine alle guerre” si è dimostrato irrealizzabile.

Bibliografia

Hertog M. K., “Nonlethal Weapons and Their Role in Military Police Missions”, http:/www.au.af.mil/au/database/research/ay1996/awc/hertgog_mk.htm, Mar 10, 1998
Pasternak, D., “Wonder Weapons”, U.S. News, July 07, 1997
Polcaro V. F., “L’imbroglio dell’intervento chirurgico”, in F. Marenco (ed.) “Imbrogli di guerra”, Odradek, Pisa, 1999
Polcaro, V. F., “I rischi per la pace derivanti dallo sviluppo di sistemi di difesa antimissile”, memoria presentata al Convegno ” Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre”, Politecnico, Torino, 22-23 giugno 2000

Fonte: Atti del Convegno “Scudo spaziale, Industria Bellica, Tecnologie Militari: quale utilità, quali interessi in campo?”
Tenutosi il 24 Settembre 2001 al Politecnico di Torino.
A cura di Massimo Zucchetti (Politecnico di Torino, Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra)

COVERT HARASSMENT CONFERENCE 2014 BRUSSELS, 20 NOVEMBRE- INTERVENTO DI PAOLO DORIGO – MICROCHIP E TORTURA IN ITALIA

http://covertharassmentconference.com/home http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/ABSTRACT-COVERT.HARASSMENT.pdf COVERT HARASSMENT CONFERENCE – BRUSSELS – 2014, NOVEMBER, 20th Intervento di Paolo Dorigo per ACOFOINMENEF (ex AVae-m) Breve sintesi del caso della tortura tecnologica su Paolo Dorigo e della nascita e sviluppo della AVae-m fondata con Maurizio Bassetti e attuale situazione della Associazione. In Italia, la riflessione che portiamo a questa conferenza non vuole soffermarsi sulle caratteristiche dei metodi utilizzati, controllo mentale con impianti sottocutanei, manipolazione mentale onirica, manipolazione mentale massiva, manipolazione mentale tramite trasmissioni televisive e telefoniche e la pubblicità, quindi, attacchi elettromagnetici a microonde finalizzati all’uccisione delle persone, od alla loro neutralizzazione sociale, e strutture che agiscono di concerto per tacere e coprire questi sistemi di morte. Vogliamo soffermarci sui moventi SOCIALI di questi trattamenti “inumani e degradanti”, parliamo del fatto che non è una nuova legge quello che manca, manca invece la VOLONTA’ di perseguire questo crimine sociale ed istituzionale che è la tortura tecnologica in Italia. Lo faremo parlando dell’origine dei trattamenti, da dove iniziano, come, chi copre il tutto. Giungeremo brevemente e sinteticamente ad ipotizzare una terribile realtà: in Italia tutti sanno, e tacciono. Questo è un sistema tecnologico di controllo e di repressione del popolo. (Proiezione e spiegazione Tabella Statistica per regioni in Italia e Tabella Moventi del Crimine della tortura tecnologica)

Tabella 1

ACOFOINMENEF – statistica Casi e contatti per regione mercoledì 19 novembre 2014  WWW.ASSOCIAZIONEVITTIMEARMIELETTRONICHE-MENTALI.ORG

LISTA DEL NUMERO DI VITTIME CHE HANNO CONTATTATO L’ASSOCIAZIONE FINO AL 2014

total NORTH ITALY 156

Emilia-Romagna 24

Friuli VG 7

Liguria 8

Lombardia 58

Piemonte 23

Trentino Alto Adige 5

Val d’Aosta 1

Veneto 30

total CENTRAL ITALY 67

Lazio 43

Marche 5

Toscana 17

Umbria 2

total SOUTH ITALY 66

Abruzzi 9

Basilicata 1

Calabria 8

Campania 15

Puglia 13

Sardegna 8

Sicilia 14

foreigns in Italy and Italy living in other country 11- stranieri in Italia e italiani che vivono all’estero 

ALBANIA-Emilia R 1

ALBANIA-Toscana 1

GERMANIA 1

GRAN BRETAGNA 2

GRECIA 1

INGHILTERRA 1

SLOVENIA 1

SPAGNA-CANARIE 1

Svizzera 2 foreigns in Italy and Italy living in other country 11

Tabella 2

AVAE-M 2005 FOUNDED BY PAOLO DORIGO AND MAURIZIO BASSETTI

our friends KILLED PAOLO SACCHETTO, ARTPUBLISHER 2007

MAURIZIO BASSETTI, EX-ACCOUNTANT FOR ITALIAN PARLIEMENT AND AVAE-M PRESIDENT 2010

170 victim case sure 400 victim contacts in Italy 2006

CONFERENCE BOOK LA TORTURA NEL BEL PAESE 2007 DOSSIER IL NAZISMO SOFT CONGRESSO AVAE-M ARRESTO MICHELE FABIANI, NS.PORTAVOCE

2009 FONDAZIONE DELLA ACOFOINMENEF http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org

Interventation of Paolo Dorigo for ACOFOINMENEF (ex AVae-m) (Brief synthesis of the case of the technological torture against Paolo Dorigo and of the birth and development of the AVae-m founded with Maurice Bassetti and actual situation of the Association.)

The remark we bring to this conference on Italy’s torture -system, doesn’t want confine on the characteristics of the used methods of covert harassment: Mind control with subcutaneous implants, dreaming manipulation , massive mind manipulation, mind manipulation through tv and telephone and the commercials. Or, microwaves attacks finalized to the selecting killing of people, or to their social neutralization and structures that act together to keep silent and to cover these systems of death. We want to analyze the social motives of these treatments “inhuman and degratading” (opposite to the UN international declaration), we speak of the fact that is not a new law that is necessary, but we need instead to struggle to defeat this social and institutional crime that is the technological torture in Italy. We will do it speaking of the origin of the treatments, from where they begin, as, who covers everything. The sources of those harrassments: family, industrial secrets, economics interest, military environment, justice and home affairs. Often, the women are often object of torture from husbands or fiance’, also police officers or military. We will shortly and synthetically hypothesize a terrible reality: in Italy everibody know the truth, and keep silent. To the beginning, the system is theVatican system. At the end, there is the technological systemof control and repression the people. (Projection and explanation Statistic Chart for regions in Italy and Chart Motives of the Crime of the technological torture) link Table 1 link Table 2

mamma rosa – la sacra corona

tortura_crime

“Ci volete costringere a subire minacciando di ucciderci, quando non é più possibile sopportare di continuare a vivere in questo modo!” Vincenzo Giambanco
venerdì 24 gennaio 2014
Mi sono decisa, con questo blog, a rendere pubblica la mia esperienza, non perchè ambisca a diventare un personaggio noto, ma perchè ho constatato che le strade che ho percorso finora, quelle classiche che percorrono gli altri cittadini come me quando si subiscono dei reati, e perciò le numerose querele, le richieste di aiuto verbali e scritte alle istituzioni competenti, non sono servite a nulla. Ho inoltre allertato ripetutamente l’Autorità Giudiziaria, chiedendo aiuto per alcuni cittadini e cittadine che ritenevo in serio pericolo, poichè in una condizione simile alla mia: osservavo che alcuni di questi, stavano e stanno ancora scomparendo o morendo per incidenti o per ripetute rapine finite in tragedia (facendone i nomi); ma è stato sempre tutto archiviato; nessuno ha mai sentito la necessità o il dovere di approfondire e di convocarmi per intraprendere delle indagini in materia di mamma rosa, che in quanto sacra corona, è mafia, nè é stato possibile, per chi si fosse riconosciuto in condizioni analoghe, di sporgere querele cautelative per se e per i propri congiunti. Sono stata lasciata nel totale isolamento, e l’isolamento è la condizione ideale per far vivere in pericolo le persone in mano alla mafia, che pertanto continua ad esercitare i propri loschi comodi con la mia vita e con i miei beni.   Mi presento: sono Ornella Giambanco, ho 47 anni e vivo a Roma, e con questo blog, voglio rendere partecipi tutti voi, di quanto, alcuni magistrati delle procure di Roma e di Velletri (RM), hanno dichiarato “non reato”.     Per i più giovani, sentir parlare di “mamma rosa”, li potrebbe far esclamare: ma che cos’è sta’roba?! Ma per quelli che hanno qualche anno di più, sicuramente ricorderanno che fino agli anni 80, di mamma rosa, di sacra corona si parlava, associando questa all’uso  di radio-trasmittenti, frequenze, tamburelli, ecc. da parte di maman e torturatori, con finalità di tortura, in particolare su bambini, donne ed anche anziani, per soddisfare sessualmente l’orda di viziosi che si dilettava a suon di donne fuori di se, di bambini torturati, e di anziane tormentate con i mezzi suddetti, il tutto riferito, da parte di alcuni psichiatri e psicologi collusi con l’oganizzazione, dai quali qualche complice faceva in modo di inviare le vittime, ad allucinazioni le prime, disurbi di concentrazione, di rapporto i secondi ed, a non ci sta più con la testa, le terze. Mamma rosa metteva in atto rapimenti di persone che poi venivano torurate con le radio-trasmittenti ed infine uccise, per affiancare e rendere più piacevoli i festini praticati dagli affiliati all’organizzazione; i corpi di questi poveretti venivano poi occultati in modi orribili; ed ancora, erano quelli che scrivevano sui muri con il linguaggio della sacra corona; ma l’orrore non è ancora finito: si facevano impiantare ed impiantavano nelle orecchie delle persone che ritenevano adatte ai loro scopi, con la collaborazione di medici compiacenti, un nervetto dell’occhio del bue, che avrebbe una capacità formidabile di percepire le onde radio; ciò avveniva soprattutto, al momento della nascita del bambino. Inoltre, mettevano in atto truffe di tipo economico, ad esempio, come nel caso della sottoscritta, su soggetti ereditieri/e, accerchiando da ogni parte la vittima presa di mira, screditandola, arrivando anche a praticarle le torture descritte e non facendola entrare in possesso dei propri beni, che come è ovvio, si spartiscono tra loro.  Ad oggi, di quanto ho appena descritto, non si sente palare più, e si afferma che la sacra corona è una mafia minore, che non è riuscita ad imporsi. Ritengo che da tempo, sono venute a mancare le persone che, come sentinelle, conoscendo perfettamente questa organizzazione ed i suoi metodi di intervento, si sono impegnate per sottrargli le vittime, grazie anche alla fondamentale e decisa azione di più magistrati, che ne avevano compreso appieno le astuzie e le mire, magistrati sui quali, queste sentinelle hanno potuto fare riferimento. Dopo di loro, però, tali crimini sono finiti nel silenzio. Ma il silenzio, non conoscere più, non sottintende che mamma rosa non esista più, significa “alloggio meglio”!

giovedì 23 gennaio 2014

… E proprio con me, mamma rosa ha alloggiato più che comodamente, perchè ho subito da questi uno sbiancamento della memoria, sia, ritengo, con i metodi di condizionamento che praticano, sia con la somministrazione a mia insaputa, di qualche droga, proprio con l’intento di ottenere quello che è accaduto, di farmi dimenticare parte del mio passato, e cioè, di questa organizzazione di cui ero a conoscenza, e di essere una ereditiera. Ritengo più plausibile questa seconda possibilità, cioè che mi abbiano fatto assumere qualche sostanza (e chissà quante volte…) per ottenere lo sbiancamento della memoria, per vari episodi che sono accaduti in passato, nei quali è stato insistito per farmi bere, anche solo dell’acqua in bottiglia, da parte di persone che poi si sono rivelate colluse con l’organizzazione, ed ho appreso, da un Carabiniere che lo dichiarava in televisione, che esiste un tipo di droga che può esssere mescolata nell’acqua minerale, poichè è incolore ed insapore; viene fatta assumere proprio con lo scopo di far perdere la memoria, e la chiamano “droga dello stupro”, perchè fa dimenticare alle povere donne violentate, il crimine che hanno subito. Solo anni più avanti, in seguito a fatti e luoghi che hanno stimolato la mia memoria, ho cominciato a ricordare, un pezzetto dopo l’altro, fino ad ottenere un quadro completo, prendendo coscienza dell’orrore che sto ancora subendo, e pertanto è impossibile non domandarmi: quante altre persone stanno subendo la stessa condizione?

Come ho scritto nel mio primo post, l’organizzazione di mamma rosa, la sacra corona, era nota negli anni passati; veniva chiamata popolarmente “mamma rosa” perchè era un punto centrale della faccenda, la mamma rosa che possedeva le case chiuse, le case di comodo, pertanto il malaffare comprendeva di base, la prostituzione. Questa “mamma rosa”, questa organizzazione è quella che in vari blog di internet, viene denominata giustamente: “Ordine della rosa rossa e della croce d’oro indipendente e rettificato”: sentii affermare ciò dalla mia nonna materna, negli anni 70. Ma che cosa c’entra mia nonna con tutta questa faccenda? Già; perchè proprio la mia famiglia ha avuto a che fare con “mamma rosa” (scusate, continuerò a chiamarla col nome popolare: mamma rosa-la sacra corona, perchè, tanto, è quella mafia); e vi ebbe a che fare già a partire da mio nonno materno, il quale, insieme ad altre persone, li smascherarono, li fecero arrestare, furono processati e condannati.
Negli anni 50 mio nonno materno Alessandro Fiacchi, in qualche modo, si accorse che stavano facendo qualcosa di brutto alle donne, con la radio (la radio-trasmittente); deduco che si rese conto di ciò, lui stesso con la radio, poichè mio nonno aveva la qualifica di “intercettatore di aerei” e perciò di sicuro era molto abile con la radio. So che informò subito di ciò il suo stimato amico, che sentii chiamare da mia nonna, il Cavalier Orlandi del Vaticano (il padre di Emanuela Orlandi, la ragazza che scomparve nel 1983), il quale prese sul serio quanto gli aveva confidato mio nonno, tanto che si impegnò, e fece impegnare altri uomini nello specifico compito di capire cosa stesse succedendo; a mio ricordo, questi uomini erano un reparto dell’Aeronautica di Viterbo, e l’indagine ebbe successo, perchè l’organizzazione fu smascherata, con un impegno strepitoso da parte di tutti, e con il seguito che ho esposto sopra. Posso dichiarare che fu un servizio molto importante reso allo Stato, perchè questi uomini, per tale servizio, furono ricevuti dall’allora Presidente della Repubblica De Gasperi, ed alcuni di loro furono nominati Cavalieri della Repubblica, compreso mio nonno, ed è plausibile che anche il Cavalier Orlandi, sia stato nominato Cavaliere in quella occasione.
Perciò, le torture con le radio-trasmittenti sulle persone, non sono assolutamente una cosa di cui non si sapeva nulla, perchè è dagli anni 50 che questo crimine e l’organizzazione si conoscono, si sa benissimo come operano e quali mezzi usino, comprese le scritte sui muri, tramite l’uso di un alfabeto, che si chiama Alfabeto Gamma; anche queste scritte apparentemente indefinibili si conoscevano e non sono affatto l’ultimo grido della moda di oggi (senza voler fare “di tutta l’erba un fascio”; ci saranno pure quelli in buona fede, come in tutte le cose). Essere consapevoli che tale azione giudiziaria sia stata compiuta in Italia, che ci siano ancora oggi, cittadini e cittadine massacrati in tutti i sensi (se vengono lasciati in vita, non è per pietà, ma per divertirsi ancora, oppure vengono ammazzati), che a decenni di grida, di richieste di aiuto si risponda solo con archiviazioni, e che ci si mantenga all’oscuro di tutto, è veramente spiacevole.
Dopo 60 anni che questi crimini e l’organizzazione che li compie, sono stati smascherati, doveva già esserci da tempo una legge contro questo specifico reato di tortura con le radio-trasmittenti, specifico anche per l’associazione mafiosa che li compie.
A marzo del 1966, mio nonno Alessandro Fiacchi, purtroppo venne a mancare.
Negli anni 70, vista la ripresa dei crimini di questa “mamma rosa”, ci fu la necessità di riprendere in mano una nuova e ferma azione di denuncia, stavolta di più ampie proporzioni. La gente si riunì anche in comitati: nei quartieri, nelle città in varie parti d’Italia, cominciarono coraggiosamente a denunciare facendo chiaramente nomi e cognomi di torturatori, rapitori, adescatori, praticanti di festini con vittima, impianti di nervi nelle orecchie, ecc. L’azione fu così ferma che questi fuggirono, chi in Africa, chi in nel nord Italia, in Val Camonica, chi altrove. Quell’anziana signora di mia nonna Annunziata Siviero, la moglie di Alessandro Fiacchi si adoperò anche lei denunciando, incoraggiando, aiutando le vittime, e affrontando anche attacchi diretti di questi. Gente comune, che con i propri soldi, alcuni con le loro pensioncine, pagavano gli investigatori privati per mostrare le prove di tali crimini; ma presero posizione anche personaggi di rilievo dello spettacolo, onorevoli, professori, nobili, ecc. La notizia di questa azione che si compì, superò i confini dell’Italia, e in Inghilterra, un direttore di un giornale, pubblicò un articolo elogiando il coraggio di questa gente; questo signore si chiamava Spencer, e possibilmente, era il padre di Lady Diana Spencer. A Roma, vi fu un uomo che fu parte fondamentale delle denunce che fecero scegliere agli affiliati all’organizzazione, di fuggire, che si chiamava De Gregorio (il padre di Mirella De Gregorio, la ragazza che scomparve poco dopo Emanuela Orlandi, nel 1983, ed anni più avanti collaborerà validamente con mio padre, con la grandissima conoscenza che aveva dell’organizzazione. Dopo la morte del sig. De Gregorio, Mirella non è stata più De Gregorio: è diventata Mirella Gregori, cambiandone il cognome).
Nel frattempo, mio padre Vincenzo Giambanco, siciliano nato a Carini, in provincia di Palermo, che faceva il fioraio nel quartiere Garbatella di Roma, era stato avvicinato da alcuni uomini della NATO; sottoposto a tutti i test del caso, fu arruolato, di preciso non so come. Presto fu promosso Capitano, per aver smascherato l’autore di un omicidio a Maccarese, nel Lazio. In seguito, non so se lasciò, o assunse funzioni differenti; so che era (anche) consulente del tribunale.
Un giorno, mio padre fu contattato dal Giudice Chinnici, e da questo contatto, iniziò la collaborazione di papà col giudice, che durò fino a quando lo assassinarono. Per tale collaborazione, papà si riferiva, a Roma, anche al Giudice Sinisi e alla Dr.ssa Ferraro. Ricordo che papà informò telefonicamente il Giudice Chinnici, della ferma azione legale che si era, e si stava ancora svolgendo a Roma contro mamma rosa, e di cui faceva parte anche sua suocera (mia nonna Annunziata Siviero); lo so perchè ero presente alla telefonata. Il giudice Chinnici fu sostenitore della pista di indagine di mio padre, pertanto indagava sulle infiltrazioni della sacra corona nella mafia e nelle procure, e sono a conoscenza che per alcuni magistrati, furono presi dei provvedimenti; indagava(no) nei rapporti internazionali della sacra corona, e precisamente i tunisini, anche imparentati con italiani. Per la convinzione della validità di questa pista di indagine, il Giudice Chinnici volle far parlare mio padre con il Giudice Falcone, affinchè gli esponesse tutto, e so che dopo averlo ascoltato, il Giudice Falcone gli rispose che, seppur camminando per due filoni differenti, si conveniva che si giungeva agli stessi personaggi (personaggi di mafia). Per espressa richiesta del giudice Chinnici, mio padre si adoperò per far incontrare il Giudice Falcone con Buscetta, e, per questa azione, il Giudice Falcone scrisse una lettera di encomio in cui ringraziava per la solerzia di quest’uomo. Vista la provata azione di infiltrazione di questa “mamma rosa” dovunque riesca ad entrare, per le sue mire di mettere radici ovunque e di procurarsi nuovi affiliati, ed il pericolo soprattutto per i più giovani, so che il Giudice Chinnici informò e mise in guardia personalmente Don Puglisi, di stare attento ai ragazzi della parrocchia.
E poi, il Giudice Chinnici fu assassinato, e più avanti sarà assassinato anche Don Puglisi.
Successivamente, mio padre seguì il Giudice Falcone, e poi continuò il suo cammino dovunque servì e dovunque lo condussero le indagini su mamma rosa, incontrando bravi collaboratori e altri che lo ostacolarono; vi fu anche un’azione del tribunale contro una quantità di avvocati corrotti, collusi con l’organizzazione; sottrasse vittime da torture con le radio-trasmittenti, facendone arrestare i torturatori, smascherò giri di festini con vittime, ritrovando i resti di questi poveretti nelle fosse comuni, fece emergere truffe economiche e corruzione legate a mamma rosa-la sacra corona fino ad arrivare a livelli enormi; esiste anche una lettera di encomio del Presidente della Repubblica Cossiga, a mio padre, per aver sventato un furto alla Banca d’Italia; il, (o un) responsabile era Monti; costui, anni più avanti, avrà la promozione a Presidente del Consiglio; e, fino a dover rimanere gelato, scoprendo che mamma rosa era anche tra gli eredi della sua famiglia, (ricordate? Nel primo post ho scritto che sono un’ereditiera), e più avanti ancora, a dovergli sanguinare l’anima, scoprendo che due, delle sue tre figlie, erano implicate pure loro, e le fece arrestare. Trovò anche le prime “manovre” di un tentativo di truffa nei miei riguardi, da parte della sacra corona, eredi compresi, (avevano cominciato a spargere in giro la voce che io ero la figlia di un fratello di mio padre; in sostanza: io non esistevo) e mio padre lo sventò; pertanto fece quattro querele cautelative in mia difesa, a questure, commissariati e procure; secondo i miei ricordi, una querela è stata depositata anche ad una Procura degli Stati Uniti, se non sbaglio, alla Procura di Washington. Fece tutto ciò, probabilmente, poichè, ammalato di cancro, temeva che non gli rimaneva molto tempo. Mio padre mise tutto il materiale che riguardava le indagini, in una cassetta di sicurezza, ma le mie sorelle cercarono di andare ad aprirla, per appropriarsi del contenuto, ma papà riuscì a sventare pure questo. Un giorno mio padre mi disse: “Tu devi sapere”, e per diversi giorni volle portarmi con se, mostrandomi ed informandomi su tutto quanto ritenne di mettermi al corrente, per potermi difendere.
Nel gennaio del 1988 mio padre morì, ed in quel momento, la macchinazione nei miei riguardi era già partita, perchè i trascorsi delle mie sorelle, e tutto quello che avevo appreso da mio padre, nella mia mente, già non esistevano più.
Intorno al 1991-92, non ricordo bene la data, ma è accertabile, il Giudice Falcone, trovatosi, nelle sue indagini di mafia, davanti a fatti di festini con vittima, si ricordò delle indagini di mio padre e tentò di contattarlo, ma purtroppo era deceduto, ed allora, tramite il Commissario del Commissariato Colombo del quartiere Garbatella, a Roma, fece convocare mia madre, la quale conferì con il Giudice Sinisi, a Roma, di quanto era a conoscenza.
Nel 1992 il Giudice Falcone fu assassinato, e poco dopo fu assassinato anche il Giudice Borsellino.
FONTE : http://mammarosa-lasacracorona.blogspot.it/2014/01/mi-sono-decisa-con-questo-blog-rendere.html

LA MIA VITA E’ DIVENTATA UN INCUBO!

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

Andrea Giotti, 48 anni, insegnante di matematica con una laurea in Ingegneria, da quattro anni sarebbe diventato vittima di quello di un controllo mentale a distanza messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana.

FINORA HA RESPINTO I LORO ATTACCHI, MA…

Dura da 4 anni il calvario di un insegnante di matematica

Sostiene di essere vittima di una tecnica di controllo mentale

Con una sofisticata e segreta tecnologia, qualcuno si collegherebbe con il suo sistema nervoso per influenzarne il comportamento – è svegliato in piena notte da voci che vogliono dargli degli ordini.

Pistoia

Nel 2010 la vita di Andrea Giotti, 48 anni, si è trasformata in un incubo, in quanto sarebbe vittima di un controllo mentale a distanza. Sostiene che, attraverso l’utilizzo di una sofisticata e segreta tecnologia, qualcuno riusce a collegarsi con il suo sistema nervoso per influenzarne il comportamento.

«Una voce mi dava ordini dentro la mia testa», ricorda l’insegnante. «Se non li eseguivo, iniziavano delle torture a livello neurologico: crampi dolorosissimi, tachicardie o altri effetti che servono per piegare la vittima ai comportamenti desiderati. Questa voce voleva che io compiessi degli atti contro la mia stessa personalità, allo scopo di farmi diventare una sorta di robot sfruttabile per qualsiasi obiettivo. All’inizio ho avuto delle grosse difficoltà a capire che cosa mi stesse accadendo, poteva sembrare una comune patologia psichiatrica. Solo che c’erano troppi sintomi anomali. Quando ho considerato la possibilità che venissero utilizzate su di me questo tipo di tecnologie, tutto si è chiarito e ogni sintomo ha trovato la sua spiegazione. Si tratta di una forma di telepatia artificiale basata su una nuova tecnologia messa in atto dall’agenzia di sicurezza nazionale americana».

Grande forza di volontà*** Per Andrea l’unica difesa da questi attacchi mentali consiste nel far prendere coscienza all’opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla.

Grande forza di volontà***
Per Andrea l’unica difesa da questi attacchi mentali consiste nel far prendere coscienza all’opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla.

Testimone scomodo
Secondo Giotti le vittime come lui non sono prese a caso: alcuni sono personaggi di spicco, come politici o giornalisti, scelte al fine di monitorarne i comportamenti e intervenire nel caso diventino una minaccia per il sistema, ma possono trattarsi anche di persone qualunque, come Andrea.

«Nel 2003 ho avuto l’occasione di vedere un dispositivo portatile basato su questo tipo di tecnologie di controllo mentale messe in atto da una specie di telecomando da videoregistratore», continua Giotti. «Da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo. Questo strumento emette particelle attraverso un processo fisico nuovo su cui le ipotesi sono ancora aperte. Scelgono persone come me per programmarle a svolgere missioni, anche di tipo suicida, che nessuno saprà mai da chi sono state commissionate».

Ancora oggi Giotti sostiene di essere vittima del controllo mentale. Gli capita, infatti, di essere svegliato in piena notte da queste voci, e sono frequenti gli episodi di tachicardia e respiro corto che iniziano e cessano all’improvviso, come se qualcuno accendesse o disattivasse un interruttore.

«Dal 2010 ho iniziato a cercare di capire come riescano in tutto questo. Sospetto l’esistenza di una rete di satelliti in orbita bassa attorno alla Terra in grado di sparare particelle rare addosso alle persone, indirizzandole al loro sistema nervoso. Potrebbero essere neutrini o particelle non ancora isolate. È un trattamento strettamente individuale. Dall’altra parte c’è un gruppo di psicologi manipolatori che cercano di spingerti a comportati diretti dall’esterno. Quando la persona non si piega, iniziano le torture fisiche provocate da questo raggio. La copertura di questa rete è probabilmente globale. Sono andato a Mosca per vedere se riuscivo a scampare al trattamento, ma inutilmente. Sono andato anche sotto terra, in uno dei posti più schermati, i laboratori nucleari del Gran Sasso, ma nemmeno lì c’è riparo. L’unica difesa è di altra natura: occorre prendere coscienza a livello di opinione pubblica dell’esistenza di questa tecnologia pericolosissima e indurre chi è al potere a dismetterla. È l’unica difesa, a mio modo di vedere».

«Nel 2003 ho visto un dispositivo portatile basato su questa tecnologia di controllo mentale e da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo», dice il 48enne.

«Nel 2003 ho visto un dispositivo portatile basato su questa tecnologia di controllo mentale e da allora sono diventato un testimone particolarmente scomodo», dice il 48enne.

Potrebbero ucciderlo

Le ripercussioni sulla qualità della vita di Andrea sono state pesantissime: non riuscendo a dormire e a lavorare come prima a causa di questi disturbi, ha dovuto chiedere al Ministero dell’Istruzione di essere messo part-time.

«Grazie a Dio, fino a questo momento sono riuscito a respingere gli attacchi», conclude il 48enne. «La vita merita di essere vissuta in piena libertà e se questa libertà è messa in discussione, sono disposto anche a morire. Partendo da questo ragionamento riesco a imporre la mia volontà, ignoro le voci e anche quando mi fanno battere il cuore forte o me lo rallentano, riesco a comportarmi come se niente fosse. Questo richiede un grande sacrificio, potrebbero uccidermi da un momento all’altro, ma io continuo a comportarmi come uomo libero e responsabile delle mie azioni. In “Internet”, in questo campo, si trova di tutto: mitomani, casi autentici e persone con disturbi psichiatrici. Io non temo che mi possano fare un trattamento sanitario obbligatorio per le cose che sto rivelando. Non sono in assoluto contro la psichiatria. Credo però che in questo campo abbia dimostrato tutti i suoi limiti non prendendo in considerazione l’ipotesi che certi fenomeni possano essere prodotti dall’esterno». 

Fabio Frabetti

FONTE : http://www.cronacavera.it/2014/11/26/la-mia-vita-e-diventata-un-incubo/

IMPIANTI MICROCHIP, CONTROLLO MENTALE E CIBERNETICA

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Story by: Rauni Kilde Da http://spiritofmaat.com/magazine/november-2013-the-heart-of-darkness-edition/microchip-implants-mind-control-and-cybernetics/

(traduzione di Giuliano Caimmi. Si confronti tale traduzione con le informazioni già egregiamente elaborate nella pagina del sito di Rosario Marcianò Tankerenemy.com. http://www.tankerenemy.com/2012/08/microimpianti-per-il-controllo mentale.html#.VE0YACKG_rk)  (Traduzione di Giuliano Caimmi)

Nel 1948 Norbert Weiner pubblicò un libro, “la Cibernetica”, definito come la teoria del controllo e della comunicazione neurologica, già in uso in piccoli circoli a quell’ epoca. Yoneji Masuda, “padre della Società dell’ Informazione”, fece le sue considerazioni sul fatto che la nostra libertà sia minacciata, alla maniera orwelliana, da una tecnologia cibernetica totalmente sconosciuta alla maggioranza. Questa tecnologia si connette ai cervelli della gente tramite microchip impiantati collegati a satelliti controllati da supercomputer su suolo terrestre. I primi impianti nel cervello furono inseriti chirurgicamente nel 1974 nello Stato dell’ Ohio, e anche a Stoccolma, Svezia. Furono applicati degli elettrodi cerebrali nei crani di bambini, nel 1946, all’ insaputa dei loro genitori. Negli anni ‘50/’60, furono inseriti impianti elettrici nei cervelli di animali e umani, specialmente negli Stati Uniti, durante una ricerca sulla modifica del comportamento, e sul funzionamento di cervello e corpo umani. I metodi di Controllo Mentale (MC) furono usati nel tentativo di cambiare il comportamento e la mentalità umane. Influenzare le funzioni cerebrali divenne un’ importante traguardo dei servizi segreti (ndr. Intelligence) e militari. Trent’anni fa gli impianti cerebrali si rilevavano ai raggi X nella misura di un centimetro. Impianti successivi si sono ristretti fino alla misura di un granello di riso. Erano fatti di silicone, e in seguito ancora di arseniuro di gallio (GaAs). Oggi sono piccoli abbastanza da potersi inserire nel collo o nella schiena, e anche per endovena in parti diverse del corpo durante operazioni chirurgiche, con o senza il consenso del soggetto. Oramai è quasi impossibile rilevarli e rimuoverli. È tecnicamente possibile che a ogni neonato sia iniettato un microchip, che potrebbe poi funzionare per identificare la persona per il resto della sua vita. Questi programmi sono stati segretamente discussi negli Stati Uniti senza alcuna divulgazione pubblica dei documenti privati inclusi. In Svezia, il Primo Ministro Olof Palme diede permesso nel 1973 a impiantare dei prigionieri, e l’ ex Direttore Generale dalla Data Inspection, Jan Freese,ha rivelato che i pazienti delle case di riposo venivano tutti impiantati, a metà degli anni ’80. Tale tecnologia fu scoperta attraverso il dossier 1972:47 dello stato di Svezia “Statens Officiella Utradninger (SOU)”. Gli impianti sugli esseri umani possono essere eseguiti ovunque. Le loro funzioni cerebrali possono essere monitorate da postazione remota tramite supercomputer e anche alterati attraverso la modificazione delle frequenze. Le cavie umane, in alcuni esperimenti segreti, hanno incluso prigionieri, soldati, bambini con handicap, persone cieche e sorde, omosessuali, donne single, anziane, scolari, e qualsiasi gruppo di persone considerato “marginale” dagli sperimentatori dell’ Elite. Le esperienze pubblicate di prigionieri nella prigione di stato dello Utah, per esempio, sono come scioccati a livello conscio. I microchip odierni funzionano grazie a onde radio a bassa frequenza che individuano il bersaglio. Con l’aiuto di satelliti, la persona impiantata può essere rintracciata ovunque sul Pianeta. Una tecnica simile fu usata su un numero di test nella guerra in Iraq, secondo il dott. Carl Sanders, che inventò la biotica dell’ IMI, Intelligence Manned Interface (ndr. Interfaccia di Intelligenza Umanizzata), iniettabile alle persone. Prima ancora, durante la Guerra del Vietnam, ai soldati venivano fatte iniezioni del chip “Rambo”, progettato per aumentare il flusso dell’ adrenalina nella circolazione sanguigna. I supercomputer a 20 billioni di bit al secondo alla NSA statunitense potevano oramai “vedere e sentire” tutto ciò che i soldati provavano sul campo di battaglia con un RMS, acronimo di Remote Monitoring System (Sistema di Monitoraggio Remoto). Quando un microchip di 5 micromillimetri (il diametro di una ciocca di capelli è 50 micromillimetri) viene collocato nel nervo ottico dell’ occhio, cattura impulsi neuronali dal cervello fino a impersonare le esperienze, gli odori, la vista, e la voce della persona impiantata. Una volta trasferito e immagazzinato in un computer, questi nano impulsi possono essere riproiettati al cervello della persona tramite il microchip per essere “nuovamente vissuti”. Usando un RMS, un’ operatore di pc su base terrestre può mandare messaggi elettromagnetici (codificati come segnali) al sistema nervoso, compromettendo le prestazioni del bersaglio (target). Con l’ RMS persone in salute possono essere indotte ad allucinazioni o a sentire voci nella loro testa. Qualunque pensiero, reazione, osservazione in ascolto o visiva produce un dato potenziale neurologico, si infila e si schematizza nel cervello e nei suoi campi elettromagnetici, i quali possono ora essere decodificati in pensieri, immagini e voci. La stimolazione elettromagnetica può dunque cambiare le onde cerebrali di una persona e colpire anche l’attività muscolare, provocando crampi muscolari dolorosi vissuti come torture. Il sistema di sorveglianza elettronico della NSA può seguire simultaneamente e gestire milioni di persone. Ognuno di noi ha una frequenza di risonanza bioelettrica unica nel cervello, proprio come abbiamo impronte digitali uniche. Con la totale codifica della stimolazione della frequenza elettromagnetica (EMF) cerebrale, i segnali elettromagnetici pulsanti possono essere inviati al cervello, causando la voce desiderata e gli effetti visivi che si vuole far vivere al target. Questa è una forma di Guerra elettronica. Gli astronauti statunitensi furono impiantati prima di essere mandati nello Spazio proprio per avere la possibilità di seguire i loro pensieri e le loro emozioni, registrabili 24h su 24. Il Washington Post nel maggio del 1995 riportò la notizia che il Principe Guglielmo di Gran Bretagna fosse stato impiantato all’ età di 12 anni. Così, quale fosse stato rapito, un’ onda radio con una specifica frequenza li avrebbe ricondotti al suo microchip. Il segnale del chip sarebbe così istradato verso lo schermo di un pc delle questure, dove i movimenti del Principe potevano essere seguiti. A dire il vero, potrebbe essere localizzato ovunque sulla terra. I mass media non hanno riportato che la privacy di una persona impiantata svanisce per il resto della sua vita. Essa può essere manipolata in vari modi. Usando diverse frequenze, il controllore occulto dell’ attrezzatura può persino cambiare la vita emotiva di una persona. Può renderla più aggressiva o più letargica. Anche la sessualità può essere influenzata artificialmente. I segnali del pensiero e la meditazione del subconscio possono essere letti, si possono indurre sogni così come “disturbarli”, il tutto all’ insaputa o senza il consenso della persona impiantata. E così si può creare un soldato robotizzato (cyber significa “cibernetico”, da cui cyborg, lett.”organismo cibernetico”). Questa tecnologia occulta è stata usata dalle Forze Armate in alcuni paesi NATO fin dagli anni ’80 senza che la popolazione civile o accademica ne avesse mai sentito parlare. Perciò, di questi sistemi di controllo mentale così invasivi si può reperire poca informazioni sulle riviste accademiche e professionali. Il gruppo di Intelligenza dei Segnali della NSA (detto anche SIGINT) può monitorare (visualizzare) in modo remoto le informazioni provenienti dal cervello umano decodificando i potenziali suscitati dal cervello emessi (3,50 Hertz, 5 milliwatt). Facendo esperimenti sul prigioniero sia a Gotenburgo, Svezia che a Vienna, in Austria, si è riscontrato la presenza di lesioni cerebrali evidenti. Si ha ha pressione circolatoria più bassa e la mancanza di ossigeno nei lobi frontali temporali quando questi impianti sono di norma in funzione. Sperimentazioni finlandesi hanno avuto come risultato un’ atrofia cerebrale e attacchi intermittenti di incoscienza dovuti alla mancanza di ossigeno. Le tecniche di controllo mentale possono essere usate per scopi politici. La finalità dei controllori della mente oggigiorno è quella di indurre persone “bersaglio” o gruppi ad agire contro gli interessi e le convinzioni dell’ uno o dell’altro. Individui zombizzati possono essere programmati persino per uccidere e poi scordare tutto del crimine commesso subito dopo. Esempi allarmanti di questo fenomeno si possono trovare in tutti gli Stati Uniti. Questa “guerra silenziosa” si sta conducendo contro civili ignari e soldati delle agenzie di Intelligence e military. Fin dal 1980, la stimolazione elettronica del cervello (ESB, acronimo di Electric Brain Stinulation) è stata usata segretamente per controllare persone “bersaglio” a loro insaputa o senza il loro consenso. Tutti gli accordi internazionali sui Diritti Umani proibiscono la manipolazione non consensuale degli esseri umani – anche nelle prigioni, per non parlare della popolazione civile. Da un’ iniziativa del senatore statunitense John Glenn, furono avviati dibattiti nel gennaio del 1997 sui pericoli delle radiazioni sulla popolazione civile. La scelta come bersaglio delle funzioni cerebrali della gente con campi elettromagnetici e raggi (da elicotteri e aeroplani, satelliti, da furgoni parcheggiati, case del vicinato, pali del telefono, dispositivi elettronici, cellulari, tv, radio, ecc) è parte del problema delle radiazioni che dovrebbe essere affrontato da membri di un governo democraticamente eletto. In aggiunta al Controllo Mentale elettronico, sono stati scoperti anche metodi chimici. Droghe che alterano la mente e diversi gas inalabili che disturbano in modo negativo le funzioni cerebrali possono essere iniettati nei condotti d’aria e nei tubi dell’acqua. In diversi Stati sono stati sperimentati anche allo stesso modo batteri e virus. La super tecnologia odierna, capace di connettere le nostre funzioni cerebrali attraverso microchip (o anche senza di essi, grazie alle ultime tecnologie) a computer via satellite negli Stati Uniti o in Israele, rappresenta la più grave minaccia per l’ umanità. Che succederà se la gente sarà indotta con falsi presupposti a permettere l’ impianto di microchip nei loro corpi? La prima esca sarà una microchip card per l’identificazione. Segretamente negli Stati Uniti è stata proposta una legislazione obbligatoria per criminalizzare la rimozione di un’ impianto ID (ndr. Per l’ identificazione). Siamo pronti per la robotizzazione del genere umano e la totale eliminazione della privacy, inclusa la libertà di pensiero? Quanti di noi vorrebbero cedere la propria intera esistenza, compreso i nostri più segreti pensieri, al Grande Fratello? Eppure la tecnologia per creare un Nuovo Ordine Mondiale totalitario esiste. Sistemi di comunicazione neurologica “sotto copertura” (covert) sono già in piedi per neutralizzare il pensiero indipendente e controllare l’ attività politica e sociale sulla scorta di interessi militari e privati auto-referenziali. Quando le nostre funzioni cerebrali sono già connesse ai super PC per mezzo di impianti radio e microchip, sarà troppo tardi per protestare. Questa minaccia può essere scongiurata solo educando il pubblico, usando letteratura fruibile sulla biotelemetria e informazioni scambiate in congressi internazionali. Una ragione per cui questa tecnologia è rimasta un segreto di stato è il notorio prestigio dello psichiatrico manuale Statistico IV prodotto dall’ APA, l’ associazione Psichiatri americani, e stampato in 18 lingue. Gli psichiatri, lavorando per le agenzie dell’ Intelligence statunitense senza dubbio partecipavano alla scrittura e alla revisione di questo manuale. Questa Bibbia psichiatrica nasconde lo sviluppo segreto delle tecnologie di controllo mentale etichettando alcuni dei loro effetti come sintomi di schizofrenia paranoica. Le vittime della sperimentazione del controllo mentale sono così diagnosticate in modo quotidiano, secondo la moda del “riflesso del ginocchio”, come malati mentali da dottori che hanno imparato la lista dei “sintomi” del DSM nelle scuole mediche. Ma gli psichiatri non sono stati resi edotti che i pazienti possano dire la verità quando riportano di essere bersagliati contro il loro volere o sono usati come cavie umane per forme di guerra psicologica batteriologica e chimica. È quasi scaduta l’ora di cambiare la direzione della medicina militare e assicurare un nuovo futuro alla libertà umana. “Non ci appenderemo più alle falde dell’ opinione pubblica o ad un’ autorità inesistente per questioni del tutto sconosciute e strane. Gradualmente diverremo esperti noi stessi nella padronanza della conoscenza del Futuro” (Wilhelm Reich)

Rauni Kilde

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Rauni Kilde, dottore finlandese, e ex Chirurgo Generico di Finlandia, non è solo molto competente nei campi veterinari e medici, ma possiede la stessa popolarità come autore e esperto nei campi dell’ ufologia, il paranormale, e il controllo mentale. La dott.a Kilde è docente universitaria e ha collaborato come relatore in conferenze sugli UFO; ha siglato numerosi libri su quasi tutti i temi succitati. Attualmente risiede in Norvegia, ad oggi la dott.a Kilde sostiene che vi sia un programma di scambio segreto fra umani e alieni che è stato deliberatamente insabbiato dai potenti Governi occidentali.

MAURIZIO BASSETTI BERSAGLIO DI TORTURA ELETTRONICA DECEDUTO IL 9 OTTOBRE DEL 2010

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Maurizio Bassetti, economo del governo italiano, traslato 9 ottobre 2010, ex-testimone e bersaglio di torture elettroniche. (…).

Maurizio Bassetti

Nel 1994 Maurizio Bassetti, dopo essere stato militante dello PSIUP e del movimento negli anni ’60-70 lavora come economo alla Camera dei deputati, denuncia gravi irregolarità amministrative nella gestione delle forniture, una grande truffa di Stato, che ha portato al licenziamento di alcuni funzionari. La notizia, in piena Tangentopoli, finisce anche nei giornali e nasce il sospetto che i soldi servissero a finanziare dei “fondi neri”. Successivamente Bassetti viene richiamato dai superiori e invitato ad un incarico per l’America centrale, ma rifiuta preferendo la pensione.

Il dramma comincia quando nel Luglio del 2001 subisce una violenta rapina da parte di tre persone incappucciate che affermano di appartenere ai servizi segreti, chiedono i documenti e le foto compromettenti, subisce gravi percosse che gli causano la deviazione permanente dello sterno. Dal quel momento Bassetti subisce numerose violazioni di domicilio dove gli vengono portati via documenti e viene più volte manomesso il computer. Nel 2003 viene rinvenuta una microspia che, dopo gli accertamenti, risulta funzionante già dal 2000. Maurizio decide di installare delle telecamere nella sua casa e le visite cessano momentaneamente, nel Gennaio del 2004 viene rinvenuta un’altra microspia al piano inferiore.

La tortura tecnologica inizia nell’Agosto 2004 con delle scosse elettriche provocate, secondo Bassetti dopo aver consultato esperti in elettronica, da ultrasuoni. Bassetti sostiene che questi ultrasuoni gli interrompono il sonno e gli provocano dolori molto intensi in alcune zone del corpo, come il bruciore allo stomaco, all’intestino ed alla vescica; decide di trasferirsi a casa del figlio e poi in un nuovo appartamento. Nel novembre del 2004 comincia un vero e proprio bombardamento ad ultrasuoni, nel Gennaio 2005 rischia di perdere l’occhio sinistro. La tortura mira all’annientamento fisico e psichico della persona e gli impedisce una vita normale.

Recentemente la scoperta dell’uso di armi ad energia da parte dell’esercito nordamericano in Iraq nella battaglia dell’aeroporto a Bagdag, ha dato conferma dell’esistenza di questo tipo di armi tecnologiche. In realtà è in circolazione già da anni il Dizionario di tecnologie avanzate per la difesa (edizioni Murzia) di Mario Dearcangelis e Alberto Dearcangelis, in cui si parla di armi a radiofrequenza: i primi esperimenti sarebbero stati fatti in Russia per disturbare il cervello umano, con i risultati contrastanti di sonnolenza ed agitazione, euforia e depressione, ecc. Nel libro c’è un elenco sistematico di questo tipo di armi, in cui schematicamente si parla anche degli ultrasuoni di cui Bassetti denuncia essere vittima.

FONTI : http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/Sembra%20fantascienza3-ultimo.htm    Maurizio Bassetti bersaglio di torture elettroniche

INTERVISTA A MAURIZIO BASSETTI VITTIMA DI TORTURE TECNOLOGICHE  

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18 AGOSTO 2008   A cura di Michele Fabiani

(L’intervista è un’anticipazione del dossier in preparazione sulla tortura tecnologica e il controllo mentale in Italia)


Maurizio Bassetti ha lavorato alla Camera dei Deputati dal 1979 al 1996. Negli ultimi anni da economo denuncia alcune gravi truffe, le sue denunce finiscono anche nei giornali. Una volta in pensione comincia a subire furti e aggressioni in casa da parte di sedicenti appartenenti ai servizi segreti. Si sente spiato e assume alcune agenzie investigative con il compito di controllare chi, a sua volta, lo segue. Vengono individuati dipendenti del SISDE, delle forze armate, o loschi personaggi che entrano ed escono dalla questura, in un caso si tratta di un noto spacciatore romano. La tragedia inizia nel 2004 quando comincia a subire la tortura tecnologica. Oggi è membro dell’Associazione vittime armi elettroniche e mentali, il suo è uno dei casi più concreti e dimostrabili: dichiara di subire scosse elettriche provocate dall’emissione di onde ad ultrasuoni, strumenti facilmente acquistabili che negli USA verrebbero usati anche come pistole “scaccia cani”. E’ un esempio drammatico di quanto siano capaci gli organi repressivi dello stato, che mette seriamente in dubbio la possibilità della libertà in Italia.
D: Non sei stato sempre economo a Montecitorio?
R: No, ma le cose più interessanti avvennero quando ero economo.

D: Era il periodo di Tangentopoli…
R: Io e un mio collega ci eravamo illusi di poter fare una piccola Tangentopoli anche a Montecitorio. L’unico appoggio che abbiamo trovato è stato solo da parte dell’onorevole Galasso, il famoso avvocato eletto con il gruppo della Rete. Lui lavorava a livelli più alti, noi fornivamo le informazioni di base. Egli si interessò di alcuni palazzi acquistati dalla Camera a dei prezzi esageratamente alti. Ricordo un caso particolare in cui la Camera acquistò un palazzo a 120 miliardi dal Banco di Napoli. Era evidente che dei soldi ritornavano ai partiti. Da sottolineare il fatto che la Camera dei deputati, in quanto organo costituzionale, non può essere controllato per evitare di subire influenze.

D: Finanziamenti ai partiti?
R: Si. La nostra ipotesi era che siccome i partiti si finanziavano con questi investimenti, in cambio pagavano e permettevano ai dipendenti di rubare, così da solidificare il livello di omertà. Le mie denunce riguardavano in gran parte i dipendenti. Io ricordo che da economo finanziavo circa 20 miliardi l’anno e gran parte ne sparivano.

D: Quale effetto ebbero le denunce?
R: Sulle mie denunce vennero fatte due commissioni di inchiesta parlamentare, con mia soddisfazione. La soddisfazione calò quando Galasso non venne rieletto e gli atti vennero secretati. Apparentemente, comunque, avevo vinto e i personaggi più compromessi vennero cacciati.

D: Un partito in particolare?
R: Un partito in particolare che mi deluse fu il PDS, o PCI ora non ricordo bene cosa fossero, insomma gli attuali DS. Ebbero concretamente l’occasione per scoperchiare il tutto, ma evitarono di farlo per impedire che lo scandalo li coinvolgesse. Siamo dovuti andare allo scontro frontale da soli.

D: Non è facile.
R: Si, anche perché io ero uno dei dipendenti più a sinistra e qualche anno prima vennero scoperti dei dipendenti che erano membri delle BR. Quindi c’erano molti controlli e forse temevano che anche io fossi un infiltrato che spiava i politici. Solo così mi spiego tanto accanimento contro di me anche ora.

D: Quando sei andato in pensione doveva finire tutto?
R: Io sono andato in pensione nel 1996, mi sono dedicato alla fotografia e non mi sono più preoccupato di questa faccenda.

D: Quando si è verificato il primo episodio?
R: Nel giugno 2001, subito dopo la vittoria del centrodestra. Non so se è un caso, c’è un minimo di speranza in me ora che ha vinto il centrosinistra. Non che io abbia alcuna fiducia verso la sinistra, so che sono totalmente immischiati.

D: Cosa è successo?
R: Il 13 giugno ho avuto uno strano furto. Sono riusciti ad entrare senza forzare le porte blindate, come se avessero una copia delle chiavi. Poco dopo, il 3 luglio, ho avuto l’episodio più grave: ho trovato a casa tre energumeni incappucciati probabilmente con delle calze, mi hanno sbattuto a terra e mi hanno incerottato con del nastro da pacchi, mi hanno preso a calci e mi hanno chiesto la chiave di una cassaforte. Si sono subito qualificati come agenti dei servizi segreti. Cercavano prove e documenti, hanno anche minacciato di colpire mio figlio. Io ho riportato una frattura allo sterno per i cazzotti.

D: Strano atteggiamento quello di un membro dei servizi segreti di qualificarsi spontaneamente come tale.
R: Infatti credo sia una copertura. Un modo per rendere i servizi non sospettabili e lasciarli a dirigere gli attacchi. I tre energumeni non credo proprio siano stati degli agenti. Io so chi è uno dei tre, ma non ho le prove: si tratta di un piccolo delinquente, uno spacciatore di droga.

D: Quando se ne sono andati?
R: Dopo avermi trattenuto per un’ora, a mezzogiorno, quando la ragazza delle pulizie ha suonato alla porta. Praticamente mi ha salvato. Questa persona li ha visti in faccia quando mentre uscivano di casa. Pensa che lei non è nemmeno stata contattata dalla polizia per identificare i rapinatori.

D: Poi cosa è successo?
R: Ora mi rendo conto di essere stato sotto sorveglianza, mi filmavano, ero seguito da personaggi che si sono ripetuti negli anni. Ho avuto piccoli furti e danneggiamenti, una volta in particolare mi hanno danneggiato la caldaia e ho corso il pericolo di morire soffocato.

D: Non hai pensato di fare una denuncia per tentato omicidio?
R: Si ma tanto non servono a nulla le denuncie. Essendo contro ignoti non hanno effetto. Come posso dimostrare di non essere stato io a fare i danni per manie di protagonismo? In ogni caso non credo si fosse trattato direttamente di un tentativo di omicidio, anche se in quella occasione rischiai seriamente di perdere la vita. Con i mezzi che hanno avrebbero potuto uccidermi in mille modi. Credo piuttosto che vogliano spaventarmi.

D: Continuiamo…
R: Ho avuto una serie di questi episodi. Ricordo in particolare un furto in un mio box dove hanno portato via carte e materiali del lavoro a Montecitorio. Poi ho provato più volte a cambiare casa, ma queste cose si ripetevano lo stesso. Con agenzie private abbiamo ricostruito che dietro potrebbero esserci personaggi dei ROS e del SISMI. Ho dei filmati in cui abbiamo effettuato dei contropedinamenti e una delle persone che mi segue è proprio un dipendente del SISMI. Pensa che oggi al piano di sopra del mio appartamento c’è un albergo dove vive sempre la stessa persona, la quale sembra non lavori mai e passa il tempo a controllarmi, mentre al piano di sotto ci vive un carabiniere con una donna. Una volta, non sopportando più la tortura di cui sono vittima, ho perso la pazienza e sono andato al piano di sopra, nella camera di albergo in cui secondo me c’è qualcuno che mi spia, ho preso un treppiede e gli ho spaccato la finestra. Nella casa c’era sicuramente qualcuno, la luce era accesa. Immaginavo sarebbero venuti a protestare…invece si sono limitati a spegnere la luce e sono rimasti in silenzio. Non è il normale comportamento di chi gli viene danneggiata la finestra di casa, ne tanto meno è il normale atteggiamento che un albergatore ha nei confronti della sua proprietà quando viene danneggiata. Non ho ricevuto alcuna protesta. E’, secondo me ,una prova della loro malafede.

D: Parlavi di filmati e prove. Tutto questo sarebbe emerso dai contropedinamenti?
R: Da questi pedinamenti nei confronti di chi a sua volta mi pedinava, effettuati da agenzie investigative private alle quali mi sono rivolto, sono uscite altre cose molto interessanti: ho un filmato in cui alla stazione ci sono tre tipi, uno dei quali mi riprendeva con una telecamera che poi è andato in Questura. La cosa più stupefacente è lo straordinario impegno di mezzi e costi usati contro di me.

D: Quando è cominciato la cosiddetta “tortura tecnologica”?
R: Verso l’estate del 2004 sono cominciati gli ultrasuoni, una cosa che in principio mi ha particolarmente terrorizzato. Mi sono fatto una cultura, nel tempo, degli ultrasuoni, so che possono passare muri e porte. Sono mezzi che si usano in medicina per sciogliere i calcoli renali, o li usano contro i piccioni o contro gli stormi; vengono usati anche agli occhi per rimuovere la cataratta e molte altre applicazioni ancora…

D: Cosa senti?
R: Ci sono due tipi di reazioni, in genere, che subisco: con l’ultrasuono le piastrine e le particelle di ferro vengono attratte e provocano una forte fitta; oppure possono essere più diffusi e si sente una sorta di calore che aumenta fino al dolore. Il peggio è quando si soffermano sui testicoli e su altre parti delicate del corpo. Ultimamente sembra che vada un po’ “meglio”. O sono io che mi sono abituato o loro che hanno imparato a gestirli. Questa tecnica la usano in particolare la notte per svegliarmi.

D: Tutto ciò si verifica solo dentro casa?
R: In principio erano portati a farmelo ovunque. Dovrebbe trattarsi di apparecchi piccoli e maneggevoli. Forse era un modo per farmi capire che potevano raggiungermi ovunque. Recepito il messaggio sono passati ad attaccarmi in particolare a casa. Ora mi sono fatto costruire un apparecchio, una sorta di calamita che attira gli ultrasuoni e evita che mi cadano addosso.

D: Come hai fatto a scoprire che quelle scosse era in realtà provocate da ultrasuoni?
R: Sempre con le agenzie private. Hanno fatto venire a casa degli esperti che hanno misurato il tasso di elettricità nell’appartamento. Indirettamente ho avuto la conferma anche dal fatto che l’apparecchio che mi hanno dato funzionava.

D: Come fanno a coinvolgere solo te e non colpire altre persone? Come fanno a guidare le emissioni?
R: E’ come per un’arma. Ora dire una pistola è banale, ma per farti capire. In internet ho trovato chi vende questi prodotti, in america vengono usati contro i cani. Quando ci sono altre persone in casa questi episodi non si verificano, credo che mi controllino molto spesso. Capita però che quando sto fermo in una posizione riescono a colpire solo me evitando gli altri.

D: Perché avrebbero scelto proprio te? Solo come vendetta delle denuncie alla Camera?
R: La cosa che non capisco è proprio perché ce l’hanno con me. Alla fine non mi occupo di politica da decenni. Forse credono che io sappia più di quanto so, e in questo caso hanno preso un grosso abbaglio, oppure con l’11 settembre, con il pretesto della guerra al terrorismo, si permettono di usarci tutti come cavie…

D: Non c’è nessuno che possa vigilare? Nessuno che possa indagare sull’attività dei servizi segreti?
R: Secondo la nostra associazione anche a sinistra c’è molta convivenza. Il Manifesto e Liberazione non dicono quasi mai nulla, Dorigo ipotizza che il suo microchip sia stato impiantato nel 1996, con il centrosinistra al governo in Italia e per anni in seguito è stato Ministro della Giustizia Diliberto, segretario del PdCI, inoltre i deputati della sinistra fanno parte delle commissioni di controllo sui servizi, come possono non sapere nulla?

Michele Fabiani
FONTE : ANARCHAOS.ORG